venerdì 30 dicembre 2011

Ascolti: Emika - Emika


Così chiudiamo il 2011, con questo intenso dicembre e questo post.
Più o meno da dove l'abbiamo iniziato: dal dubstep.
Se, infatti due erano i nomi chiave dell'anno che sta finendo erano già dalla lista BBC Anna Calvi e James, finiamo in qualche modo per mischiarli.
Prendiamo infatti tutto il buono del dubstep, delle ritmiche spezzate e contorte, aggiungiamo l'etichetta Ninja Tune (che ha anche in catalogo gli Stateless che con il secondo album condividono l'attitudine musicale), mettiamo una giovane ragazza nata in Inghilterra, approdata in adolescenza a Bristol e ora residente a Berlino.
Chi conosce certe scene e certi nomi può intuire il disco perchè questo album d'esordio di Ema Jolly, in arte Emika è esattamente il prodotto di questi fattori: trip-hop + dubstep + techno berlinese.
In particolare, c'è molto dei Portishead di Third, quelli di Machine Gun.
Così una voce in prima linea di unisce ad un disco che si potrebbe definire di "dubstep oscuro e metallico".
Perchè se James Blake è in massima parte sottrazione dei suoni qui siamo di fronte ad un disco che sorprende in cuffia per i numerosi particolari, i bassi pesanti, i rumori che si muovono sullo sfondo, una costruzione dei pezzi che a volte sarebbe pure pop (Double Edge) ma che rimane così profondamente oscura da non essere mai solare.
Leggendo qualche intervista si legge di una ragazza che ammette candidamente di non esserlo, solare intendo, di carattere e di avere attraversato parecchie sventure (morali e fisiche) nella propria giovane vita.
Sembra quindi un (bel) caso di musica che salva la persona e di una proiezione purissima della propria anima su disco: così tra seduzione, ritmo ora lento ora quasi da club, atmosfere quasi Burtoniane ne esce un grandissimo esordio.
Forse non a caso anche Thom Yorke ne ha inserito un pezzo in scaletta durante un dj set per la BBC.
Difficile dire un pezzo migliore, forse Professional Living.
Thom Yorke plays 'Double Edge' by Emika on BBC 6 Music by emika

giovedì 29 dicembre 2011

Ascolti: Immanu El - In Passage


Gli Immanuel El provengono dalla Svezia.
Sono al terzo lavoro.
Nomi di riferimento: Sigur Ros, Mogwai, Explosion In the Sky.
Insomma: post-rock.
Un album di cui si è parlato poco quest'anno ma chi ne ha parlato ne ha parlato benissimo: non vi è infatti hype su questo gruppo ma come spesso capita in questi casi c'è tutto il merito in chi li ha promossi.
 8 brani per quarantasette minuti di ottima musica: come sempre in questi tipo di proposta è difficile descrivere.
Partendo dal titolo, è un viaggio musicale, a ritmo più o meno sostenuto e senza troppi climax (sorpresa) ma una costante velocità media di una voce (che in parte ricorda Jonsi ma senza giocare con la voce, insomma qui si canta) e tre strumenti fondamentali: pianoforte, chitarra e batteria.
Tappeti sonori che si incrociano quasi sempre in maniera perfetta.
Basti l'iniziale Skagerak, con il suo liberarsi quasi pop sul finale a lasciare un'idea che mi permetto di riprendere da un'altra recensione perchè azzeccatissima: c'è la melodia, il ritmo e il pop a sublimare questa proposta post rock: In Passage è un disco che viene incontro all'ascoltatore, lo avvolge, lo fa stare bene, suona bene.
Ma la cosa più semplice è farvelo ascoltare visto che la band gentilmente lo ha messo tutto a disposizione in streaming.
Sicuramente, uno dei dischi più belli di questa annata.
 

mercoledì 28 dicembre 2011

The XX: un demo inedito in vista del nuovo album


Che il nuovo album degli XX sia uno dei più attesi del nuovo anno è cosa ovvia.
Raramente un esordio, perlopiù di quattro ventenni aveva colpito per tanta omogeneità, delicatezza, un suono così "proprio" e si era imposto per sottrazione di suoni piuttosto che per energia.
Non solo: abbiamo parlato più volte su questo blog di Jamie XX, probabilmente vera mente del gruppo per le sue strepitose uscite come l'album di Remix "We're New Here" con Gil Heron Scott e per svariati singoli e remix usciti in questi mesi di qualità altissima.
Sappiamo che la band sta registrando l'album ed è già in cartellone per alcuni importanti festival estivi.
Così arriva con molto piacere questo demo "Open Eyes", breve pezzo che richiama tantissimo i suoni degli esordi ed a cui verrà probabilmente aggiunto qualche strumento.
Ad ogni modo è già un bel sentire.

The xx - "Open Eyes" (Demo) by Some Kind of Awesome

lunedì 26 dicembre 2011

Jonsi "Gathering Stories"


Cameroon Crowe è uno dei registi "musicale" per eccellenza, intanto per aver dato alla luce un intenso film, Vanilla Sky con una pregevolissima colonna sonora (parte integrante della pellicola nel vero senso della frase) con Radiohead, Rem, Jeff Buckey e parecchie altre band interessanti.
Ma non solo: soprattutto per Almost Famous, da noi Quasi Famosi, in qualche parte autobiografico ed uno dei più emozionanti film sulla musica mai scritti, indimentacabile in quasi ogni sua parte.
Così, ora che è alle prese con un nuovo film "We Bought A Zoo" (che leggo che in Italia uscirà con "La mia vita è uno zoo" perchè mai dobbiamo ostinarci a dare traduzioni scorrette?) ha chiamato in causa i Sigur Ros o meglio Jonsi, per alcune tracce inedite.
La prima è Gathering Stories, brano uscito con un pregevole video animato, di cui si legge avrebbe collaborato alla scrittura anche il regista stesso.
Sia vero o meno, il brano è puramente di Jonsi: bello, davvero, anche se un pò già sentito.
Ma di Sigur Ros ce n'è bisogno (in attesa del prossimo anno in cui dovrebbe uscire il nuovo album della band) e quindi fa più che piacere potersi godere questi quattro minuti, vicini, vicinissimi, alle cose più ritmate (Go To, Tornado) dell'album solista del cantante.

sabato 24 dicembre 2011

Chart di Fine Anno - Atto 4 / Zona Italia


Con onestà, non è semplice per me fare una classifica italiana (e non la farò).
Di cose italiane ne ascolto meno, cerco di farlo solo per quelle meritevoli e che possono essere meritevoli per i motivi più diversi: hype, qualità pregresse, innamoramenti con o senza senso.
Quello italiano è un mercato particolare (o forse sembra così perchè ci si vive dentro) fatto di molteplici scene e che, fortunatamente, si sta evolvendo in generi sempre più diversi e con buoni apprezzamenti anche all'estero.
Non funziona però così internamente: fatto salvo casi rarissimi nella penisola si incontrano i gusti del pubblico solo sul cantautorato (o, mi viene da dire, sulla scena elettronica, ma è sempre stato così).
A livello di "mainstream" c'è un disco che credo metta tutti d'accordo: Wow, Verdena. Un disco che sembra intitolato nel modo migliore, un disco doppio, ampissimo, meravigliosamente suonato e pensato: fosse straniero avrebbe dominato parecchie classifiche. Ma il pubblico ha gradito comunque, nulla da dire.
Ancora un pò più mainstream, ormai da classifica ma non di meno qualità, Caparezza conferma le strepitose qualità mentre i Subsonica fanno probabilmente il disco meno ispirato della loro discografia ma sbancano live (e live meritano eccome).
Sui due grandi nomi nuovi dell'anno, un pò di delusione: il disco dei Cani  c'è la validità a livello di testo e di fotografia di una generazione ma c'è anche un disco che traballa un pò in termini di varietà e di suono stesso: mi sbilancio dicendo che non li ricorderemo tra qualche anno.
Forse ricorderemo gli A Classic Education, in giro da tempo e che solo quest'anno hanno prodotto il primo album. Che suona invece bene ma mi ha lasciato un pò freddino. Mi riservo di dare ulteriori ascolti.
Si parlava di cantautorato, ed eccoci al magico Trio.
Le Luci Della Centrale Elettrica dà alle stampe all'ultimo un bell'Ep, lo aspettiamo al varco del (difficile) terzo album: o sarà conferma o caduta, qualcosa mi fa pensare alla prima opzione.
Conferma invece piena per Brunori Sas, che produce un Vol.2 al livello (ottimo) del primo e convince live, e per Dente, ormai sdoganato a pubblici molto più ampi di qualche tempo fa, che non raggiunge le vette di L'amore non è bello ma migliora musicalmente e piace dal vivo, come sempre.
Infine, alcuni spot di nomi che già girano ma in cui credere per il prossimo futuro: Be Forest , Soviet Soviet (piaciuti live di spalla agli Horrors) e il duo italo (per nascita) inglese (per affinità musicale) The Jaqueries e The Hacienda.

venerdì 23 dicembre 2011

Le uscite del 2012: un primo sguardo


Non ho ancora avuto il piacere di trovare una lista completa come era successo in altre annate (Pitchfork dove sei?), quindi con un pò di buona volontà ho inziato a stilare una lista delle uscite importanti del prossimo anno.
Con la speranza di tanti begli esordi, ecco le certezze fino ad ora.

Gennaio
  • Maccabees - Given To The Wild
  • The Big Pink - Future This
Febbraio
  • Air - Le Voyage Dans le Lune 
  • Mark Lanegan Band - Blues Funeral
  • Fanfarlo - Room Filled With Light
Marzo 
  • Andrew Bird - Break It Yourself
  • Shins - Port Of Morrow
Da Annunciare le date ma sicure le uscite:
  • Animal Collective
  • Cat Power
  • Grizzly Bear
  • Rufus Wainwright
  • The Walkman
  • The XX
  • Yeahsayer
  • Of Montreal
Italia
  • Uocki Toky (Marzo)
  • Offlaga Disco Pax
  • Calibro 35 (Febbraio)
  • Heike Has the Giggles (Febbraio)





giovedì 22 dicembre 2011

Focus on: Still Corners


Se la SubPop mette sotto contratto qualcuno, mediamente è sempre qualcosa di interessante.
L'ultima scoperta dell'etichetta sono questi ragazzi, Still Corners, quartetto londinese che ha da qualche settimana partorito il primo disco.
Un disco a metà tra l'etereo e l'oscuro: una definizione che può apparire strana (vedi alla voce sbagliata) è invece voluta: l'ossatura musicale è quella di un dream pop (vedi Beach House) con influenze definite dalla stessa band come cinematografiche, tra l'altro volendo rifarsi al mondo horrors italiano di qualche decennio fa.
Ai primi ascolti pare tutto o molto degno di nota: alle belle sezioni musicali spesso vicine anche alla new wave si inserisce la voce delicata e quasi spettrale della bionda cantante.
Insomma: ne riparleremo presto, visto che poi a Marzo ci saranno quattro date in Italia.

Per ora Cuckoo, ultimo singolo estratto dall'album di esordio "Creatures of An Hour"

martedì 20 dicembre 2011

Cover non autorizzate e che in fondo non lo sono

Nel 2008 i Portishead hanno pubblicato il loro terzo album.
Detto tra parentesi che è un capolavoro, vi è un brano (a mio parere) su tutti: The Rip. Nella sua semplicità, avvolto dalla voce di Beth Gibbons che a metà brano si fa lentamente da parte per un'esplosione strumentale di rara bellezza.
Non aggiungerei troppo su questo: semplicemente la batteria che incalza, la voce che diventa strumento e quella sequenza di note le trovo semplicemente meravigliose.
Non solo io viste le belle cover casalinghe (Thom Yorke ).
L'anno successivo, una band completamente diversa, peraltro fino a quel momento non troppo amata dalla critica, fa esplodere la propria carriera con un lungo brano di otto minuti.
Sono gli Horrors con Sea Within a Sea, pubblicato senza troppo clamore sul sito della band e che gode nella seconda parte di un'altrettando meravigliosa parte strumentale. Non solo: molto simile, come se al finale di The Rip fosse stato aggiunto l'alone musicale degli Horrors, con una voce non più melodica ma spettrale e una batteria più sostenuta.
Leggendo i crediti, però, ne usciva che il produttore era lo stesso.
E quindi, veniva da pensare, un brano splendido e una band in ascesa, viene ripresa l'idea della canzone e con lo stesso produttore le affinità ci possono stare.
Solo che non è finita.
2011.
Beirut esce con "The Rip Tide". Settimo brano dell'album, "Vagabond".
Stessa sequenza, pur essendo in tutto e per tutto un brano di Beirut. Ovvero, seconda parte con questa "melodia" stavolta suonata con altri strumenti, una batteria stropicciata e il cantato tipico del cantante di Santa Fe.
Probabilmente sono casualità (o forse no) e sicuramente non c'è l'ombra del plagio: si tratta di tre splendidi brani, tra i migliori di questi anni ma mi rimane sempre l'impressione che tutto parta da quella sequenza dei Portishead.
Tutto qui, solo per condividere la storia di una canzone che mi perseguita.
Che ne pensate?
Video: - The Rip - Portishead
Sea Within a Sea - The Horrors
Beirut - Vagabond


lunedì 19 dicembre 2011

Chart di Fine Anno - Atto 3 / I migliori dischi

Dunque, eccoci arrivati.
Sezione stranieri.
Una selezione che voleva essere di dieci dischi ma è diventata di quindici, perchè alcuni spingevano nelle retrovie ed era troppo un dolore doverne escludere qualcuno dalla lettura.
Prime posizioni fisse, più si scende più c'è la variabilità del momento ma ad ogni modo, a mio parere, le uscite di quest'anno importanti sono queste.

 
07 Gil Scott / Jamie XX – We're New Here
08 The Pains of Being Pure At Heart – Belong
09 Radiohead – The King of Limbs (+ i quattro inediti rilasciati nel corso dell'anno)
11 Iron & Wine- Kiss Each Other Clean

domenica 18 dicembre 2011

Ascolti: Rich Aucoin - We're All Dying To Live


Cosa è dunque questo, l'outsider dell'ultimo minuto?
Rich Aucoin, giovane canadese esce con il primo album sulla lunga distanza.
La cui copertina ricorda a chiunque un album non proprio da poco, ovvero Illinois di Sufjan Stevens.
Secondo elemento: tre anni di lavoro, 22 pezzi (7 sono strumentali e non di circa un minuto), un'ora quasi totale di musica, collaborazioni con circa 500 persone dell'ambiente musicale canadese.
Terzo elemento: le influenze più disparate, potrebbero essere lo stesso Sufjan Stevens che va a ballare, che ascolta power pop, che si immerge nell'elettronica, che rallenta per una serata intimista.
Il pregio e il difetto di questo disco: è variegato, è bello, richiama molte cose.
Così, a chi piace, potrebbe trovare influenze dichiarate (P.U.S.H. poco riuscito pezzo con pesanti influenze french touch) e non (quanto c'è degli Arcade Fire in It?).
Così, a chi piace potrebbe trovare un piccolo bignami dei migliori suoni di questi anni, potrebbe trovare un tripudio di suoni pieni di energia e di idee traboccanti, che in alcuni casi raggiungono ottime vette e in altri meno.
A me, in fondo, ricorda un pochino il Bright Eyes del sottovalutatissimo Digital Ash in a Digital Urn, per l'epicità di strumentanzione impostata.
A chi non piace, per altro, potrebbe dire la stessa cosa in altri termini: non è altro che una serie di cover mascherate di cose già viste.
Però io dico che ci siamo.
Che è un esordio e di fronte ad una energia così traboccante bisogna inchinarsi e ascoltare con tutto il piacere del mondo questo disco.
Basti il minuto e quarantotto di "The Greatest Secret In The World": ci si potevano fare 5 minuti di canzone e invece è lì, tutto e subito, senza pensieri, pura gioia di ascolto.
Promosso.
Se ti piace l'idea, ascolta It qui sotto

 
Se ti è piaciuta, ascolta tutto l'album sul bandcamp dell'artista


giovedì 15 dicembre 2011

Chart di fine anno - Atto 2 / Le Canzoni

Nel cercare di scegliere le migliori canzoni di questa annata, per un momento, ho provato di ragionare su una classifica.
Ho desistito subito. Se può funzionare negli album, in termini di qualità globale, non si può fare con i singoli pezzi, specie considerando le variabilità di generi.
Così, un semplice elenco puramente alfabetico di una playlist ideale di questo 2011.
Ne sono venuti fuori diciotto pezzi, diciamo un buon vecchio cd bello stipato.
Per tutti, video cliccabile per sentire il pezzo.

Il Negoziante - I migliori Brani del 2011



07 Jamie XX - Far Near

mercoledì 14 dicembre 2011

The National, Radiohead, Inediti.


 Che siano futuri pezzi su disco o semplici esperimenti non è dato saperlo, rimane che la penna dei The National è magica da qualche anno a questa parte.
Qualche giorno fa la band ha suonato due pezzi inediti "Rylan" e "I Need My Girl" vicinissimi nei suoni a High Violet, il primo una classica ballata intimista, il secondo forse pure meglio, con note vicine al folk.
La speranza di una versione studio è alta.
Su questa pagina in ascolto i due brani.

Intanto i Radiohead, attivissimi, pubblicano The Daily Mail come singolo (arriverà anche Staircase, l'altro inedito suonato nello splendido live at the Basement).
Più che versione studio pare essere una versione ripulita nei suoni del live già citato, ma poco importa:  trattasi di un gran pezzo, diviso tra l'intimismo iniziale e la carica rock della seconda parte.
Con la pubblicazione nel Record Store Day e presto recuperata nel prossimo dvd in uscita di Supercollider / The Butcher si potrebbe concludere l'annata di The King of Limbs con ben 12 pezzi, di cui queste quattro b-sides (che tali non sono) ad alzare non poco la valutazione finale.

martedì 13 dicembre 2011

Chart di Fine Anno - Atto 1 / Concerti

Iniziamo dunque, con le classifiche.
Ci sarà spazio (ora) per i migliori live, poi tra qualche giorno parleremo dei migliori pezzi e infine i migliori dischi italiani e stranieri.
Ben felice di vedere le vostre chart nei commenti!

I migliori live del 2011



03 - Iron & Wine (+ Tift Merritt) @ Lokomotiv

Una menzione giusta, pur essendo fuori dalle tematiche di questo blog, al concerto di Jovanotti, per tutta la parte tecnica, davvero di primissimo livello e assolutamente di caratura internazionale.



lunedì 12 dicembre 2011

Era meglio prima, o forse no.



Prima di passare, nei prossimi giorni (si, lo faremo anche su questi lidi) ad affrontare il tema della classifica di fine anno, tema su cui si potrebbe discutere per giorni, volevo parlare un momento di esperienze di ascolto.
Partiamo dal fatto che io sono tutto tranne che un nostalgico.
Ascolto mp3 da anni, inizio ad accettare la possibilità che i libri siano in formato elettronico, guardo serie tv in lingua originale tradotte da volenterosi ragazzi, ho pure lo smartphone, insomma, pienamente inserito nella generazione digitale.
Avendo ventisei anni, ho vissuto, in ordine, gli ultimi stralci di vinili casalinghi, l'epoca d'oro delle musicassette, la nascita prima diffidente e poi dirompente del cd, gli anni di Napter-Winmx-Emule-Torrent, Itunes e l'Ipod e in misura minima lo streaming (mai vissuto come sufficiente anche senza il possesso ma utile come anteprima).
Tutti con i loro pregi e difetti.
Le cassette ad esempio, terribili nel loro dover essere girate a metà, pessime come suono e soprattutto con il fenomeno del deterioramento ascolto dopo ascolto. Pessimo.
Meglio il cd, il mezzo della mia adolescenza. Ricordo i cd, costosi (40mila lire circa) e importanti.
Li compravo, mi mettevo in camera e facevo almeno un primo ascolto con cuffie buone e scorrendo i testi traccia dopo traccia.
Un'esperienza importante: ti dava tutto, anche se in tanti casi si sentiva molto peggio di ora.
Con gli mp3 non succede così. Nemmeno con gli streaming integrali che pure gli artisti stessi mettono del disco.
Non li senti pieni di valore, non ti metti lì ad ascoltare con la stessa religiosa attenzione.
Già da un pò di tempo, così, ho imparato a tornare indietro.
Acquistare su Amazon il mio bel vinile, lato A e lato B, giradischi in camera con buone casse e ogni tanto ascoltare per il piacere di ascoltare.
Ma non è nostalgia questa.
Poi vado a correre e amo poter avere l'Ipod al braccio o la macchina che legge un cd con decine e decine di mp3 riscrivibili dove divoro ad alto volume tutto ciò che è uscito da poco o dà tanto.
Però è bello tornare indietro ogni tanto.
Ho la speranza che anche i giovanissimi non imparino (li vedo) ad ascoltare playlist da youtube con casse del monitor o poco più e che sempre meno ascoltino "quello che passa in radio", la frase che ogni appassionato musicale teme come la lebbra.
Voi che ne pensate?

Concludo con un bel vinile recentemente recuperato su amazon (santo amazon!) ovvero uno dei "primi" Iron And Wine, al suo primo grande disco (secondo della carriera) "Our Endless Numbered Days".
Questo si, un bel acquisto da vinile, camera e silenzio tutto intorno.

sabato 10 dicembre 2011

Prossimi Appuntamenti Live



Ecco un nuovo aggiornamento con i tour più interessanti dei prossimi mesi.
Come sempre, con l'asterisco le nuove aggiunte.
Non è una selezione esaustiva ma solo una serie di date tra le più interessanti, ovviamente a mio parere, e riguardo alle cose di cui si è più parlato in questo blog...


The Black Keys 
  • 30 Gennaio 2012 - Alcatraz, Milano  (Sold Out)
  The Maccabees
  • 12 Febbraio, Magazzini Generali, Milano.
Clap Your Hands Say Yeah
  • 18 Febbraio 2012 - Covo, Bologna
*St Vincent
  • 22 Febbraio - Lanificio 159, Roma
  • 23 Febbraio - Lokomotiv, Bologna
  • 24 Febbraio - Tunnel, Milano
*Kasabian 
  • 24 Febbraio - Atlantico, Roma
  • 25 Febbraio - Gran Teatro Geox, Padova
Wilco

  • 8 Marzo, Alcatraz, Milano
    9 Marzo, Estragon, Bologna
Mark Lanegan
  • 24 Marzo, Estragon, Bologna
  • 25 Marzo, Alcatraz, Milano 
*Radiohead 
  • 30 Giugno Roma, Ippodromo delle Capannelle 
  • 1 Luglio, Firenze, Parco delle Cascine
  •  3 Luglio, Bologna, Piazza Maggiore 
  • 4 Luglio, Udine, Villa Manin

venerdì 9 dicembre 2011

Mark Lanegan / 2


Del nuovo album in arrivo a nome Mark Lanegan ne abbiamo già parlato .
Che ci sia dell'attesa è stato detto.
Ora esce un primo estratto, che è pure prima traccia del disco, pienamente convincente, dal titolo The Gravedigger's Song".
Ritmica in sottofondo ossessiva, atmosfere cupe e la solita grande voce.
In ascolto sotto.


giovedì 8 dicembre 2011

Report Live: Metronomy @ Wah Wah Club


Cose che funzionano e cose che non.
Se la prima categoria ha un numero maggiore, il bilancio è positivo.
Così funzionano gli eventi, di solito.
Così, nel fare il bilancio di questa serata, siamo un pò in negativo.
Cose che non funzionano ad esempio, in questa unica data italia dei Metronomy nel loro tour di "the English Riviera" album che ha meritatamente spostato il gruppo da "divertente elettro pop" a "ottimo elettro pop di qualità" grazie ad un ottimo disco e all cambio di line up che tolto due elementi e aggiunto batterista e bassista dei Lightspeed Champion.
Non funziona che escano le prevendite un paio di mesi prima, io come altri le acquistino e circa ventiquattro ore prima del live escono gli orari del concerto e a grande sorpresa in un nugolo di vari live e dj set la band headlinear (e unico grosso nome) suoni all'una di notte.
Dall'una alle due, che saranno poi sul palco l'una e sei minuti fino alle due e dieci.
Non funziona per rispetto a chi gira in automobile, che magari come me lavora il giorno dopo o che comunque deve affrontare le nebbie se non il ghiaccio di dicembre.
Dobbiamo davvero regolarci con gli orari, in tutta Europa si suona dalle 21 alle 22 circa per gli headlinear, accettiamo pure le undici o poco più di molti nostri club ma che la band che si va a vedere inizi a suonare all'una e sei minuti della notte non ha senso.
Non funziona poi, che di fronte ad un messaggio di lamentele chi organizza ti risponda "la prossima volta organizzati meglio, per fortuna non siamo ne in inghilterra, ne in scozia; e da ferrara a mestre non mi sembra che ci sia tutta questa nebbia, neve, ghiaccio, animali selvaggi, extra terrestri e forze maligne che ti fanno diventare un eroe facendo quei 100km di strada.. rilassati un pochino e goditi meglio la vita".
Ebbene si, mi hanno risposto questo.
Non funziona (infine) il pubblico di questo Wah Wah Club, piccolo locale ad occhio da quattro o cinquecento persone, dall'acustica medio bassa, pubblico in costante movimento, che spintona, urla, scavalca, riesce a pogare a canzone finita, a fare volare di qualche metro avanti e indietro quando si suonano pezzi a 100bpm, non un dj set dei Daft Punk o dei Chemical Brothers.
Così, la performance del gruppo rimane un pò sullo sfondo, racchiusa forzatamente dall'improbabilmente lungo programma in un'ora striminzita (10-12 pezzi ad occhio senza bis, quando le performance straniere su setlist indicano 16-18 pezzi in media e fino a due bis), che non dispiace ma non entusiasma, caratterizzato dalle luci addosso ai componenti del gruppo, tese a divertirtire e spostare l'idea del visual dal retro palco al gruppo stesso.
Che non suona male ma non fa impazzire, proponendo quasi esclusivamente i pezzi più veloci dell'ultimo disco e qualche singolo del passato e dove c'è la bella melodia si sta bene, in altri momenti non scatta la scintilla.
Ma l'ambiente non aiuta, tra qualcuno buttato fuori dal locale per il troppo alcool, soggetti che fendono il pubblico e si mettono sotto il palco passando oltre le transenne, una security che interveniene troppe volte per un vivere il concerto che non è quella bella sensazione energica dove possono pure saltare tutti ma rispettando chiunque, no, qui l'altro non esiste, gente si appoggia a te, ti spinge, sgomita, urla.
Un'esperienza strana, insomma, dall'inzio alla fine.
Al live, un'onesta sufficienza, al resto, una sonora bocciatura.

lunedì 5 dicembre 2011

Ascolti: Le Luci Della Centrale Elettrica - C'eravamo Abbastanza Amati


L'11 Novembre dello scorso anno ho avuto il piacere (è stato) di vedere la data zero al Teatro Comunale di Ferrara (si giocava in casa insomma) del secondo, più che atteso, album di Vasco Brondi o meglio Le Luci Della Centrale Elettrica.
E' passato un anno e qualche giorno e trovo curioso ma interessante che nel frattempo siano arrivati il secondo album di Brunori Sas (era estate, ottimo lavoro) e il quarto di  Dente (poche settimane fa, molto buono).
Così i tre nomi più importanti (perlomeno a livello di pubblico e interesse mediatico) di questa presunta "nuova leva cantautorale degli anni zero" hanno dato segnali di vita importante.
A mio parere, consacrando definitivamente la loro validità, in modi diversi.
Dente per la spensieratezza e la capacità di parlare di sentimenti e cose quotidiane, Brunori Sas per il lucidissimo sguardo alla nostra società, spesso parlando per ieri che sono in realtà oggi.
Le Luci della Centrale Elettrica, infine, per una poetica moderna, quasi twitteriana quando ancora non esisteva (o non era diffuso) per uno sguardo alle delusioni, al degrado, alle mancate promesse e a ciò che rimane tolto tutto questo.
Insomma, la vedo come la voce più giovane e più "indignatos" del trio.
Che sta riuscendo a fare la cosa più inaspettata: cambiare il proprio approccio musicale ma non stravolgendo la voce.
Così, in questo Ep, 8 tracce, allegato ad Xl, c'è innanzittutto un inedito, che dà il titolo al lavoro.
Ed è bella: racconto di una relazione tra due persone, ritmo lento e soprattutto tanta musicasi muovono sullo sfondo tracce di pianoforte, archi, chitarra.
Poi ci sono tre cover, in qualche caso già sentite live, piuttosto valide e che riescono a sembrare di Brondi anche sono di Cccp, Battiato e di De Gregori.
Ma non sono le più importanti a mio parere, nè lo sono le versioni live (ma registrate ottimamente) di Un Campo Lungo Cinematografico e Oceano di Gomma con Manuel Agnelli.
La traccia più importante, a mio parere è Piromani, che chiude l'Ep.
Mi sono permesso di riascoltare l'originale (quella del demo, non quella del primo album), con la voce spoglia e la chitarra, strumenti nemmeno perfettamente equilibrati nella registrazione, tre minuti e mezzo via via sempre più urlati e acidi.
E qui, invece, diventato otto minuti, una introduzione, una batteria marziale in sottofondo a scandire le parole, gli strumenti ad aggrovigliarsi su sè stessi.
Qui, a mio parere, sta tutta la forza di un progetto nato maturo e che sta diventando migliore: perchè se si aggiunge alla forza delle parole di Vasco Brondi una parte musicale così violenta, post-rock, da qualche parte de "I Massimo Volume se fossero stati un cantautore e se fossero diventati maggiorenni negli anni duemila", allora forse davvero abbiamo qualcosa di grande, grandissimo qui.

In ascolto l'altro semi inedito nell'ep, tratto dal film Ruggine, presentato al Festival di Venezia in Settembre.

domenica 4 dicembre 2011

Report Live - Dente @ Estragon, Bologna.


Dente all'Estragon.
Dente che diventa grande, rimanendo Dente.
Sono queste le parole chiave della storia di questa sera, mentre affrontiamo squarci di nebbia per andare a sentire il cantautore di Fidenza alla sua prima volta nel grande locale bolognese.
Una data che poteva sembrare quasi rischiosa (l'Estragon pieno tiene più di quattromila persone) e invece complice un biglietto popolare, una capienza in parte ridotta e soprattutto un disco (Io Tra di Noi) che lo ha definitivamente sdoganato anche in ambienti più ampi di quelli del sottobosco musicale italiano ci si ritrova tra le prime file a guardare il locale riempirisi sempre più, superando ad occhio senza problemi le mille presenze.
Fa strano ma è tutto meritato.
Dente entra in scena verso le undici, accompagnato da tre elementi (tastiere, basso, batteria) per una scaletta di una ventina di brani, quasi tutto l'ultimo album ma senza dimentare alcune chicche del passato.
Ultimo album che suona decisamente bene, sicuramente più maturo negli arrangiamenti, non solo sui pezzi nuovi, ad esempio con una "Quel Mazzolino" rivisitata al doppio della velocità.
Pubblico molto giovane con cui si crea piano piano quel senso di intimità solito ai concerti di Dente.
Che, diciamolo, riesce al meglio in luoghi piccoli e meno dispersivi, perchè uno dei maggiori motivi per vedere un concerto di questo artista è l'annullamento della distanza cantante-pubblico: si dialoga, si scherza, si parla di scalette, con tanto umorismo.
E tra raffreddore e grandezza del locale all'inizio questo non succede molto, ed è un peccato.
Per fortuna col passare del tempo tutto migliora e si ritorna alla vecchia verve.
Bene,molto, la parte musicale: Scanto di Sirene che si fonde nel finale di Rette Parallele intonata da tutto il pubblico è già un mezzo classico e Beato Me / Vieni a Vivere nel finale sono un piacere da ascoltare.
Insomma, tutto promosso e tutto bello: la leggerezza e quel velo di malinconia della sua proposta musicale reggono anche questo palcoscenico più ampio e ormai è tutto in discesa.
Buona fortuna, speriamo tutto diventi ancora più grande con la stessa umiltà di fondo.
Ma tra disco e live, promosso Dente, ancora una volta.

venerdì 2 dicembre 2011

Ascolti: The Black Keys - El Camino


Ovvero, Brothers parte due.
Che dei Black Keys, attivi da anni (El Camino è il settimo album in studio per la band) il mondo si sia accorto con l'album dello scorso anno è abbastanza evidente.
Eppure lavorano nel sottobosco da parecchio.
Ma non è solo questione di miopia: pur avendo sempre prodotto buonissimi dischi di garage rock, Brothers era ed è un album semplicemente strepitoso, micidiale sia nei singoli potenti (Tighten Up è uno dei pezzi del decennio, sicuramente) che nei pezzi più lenti, quasi tarantiniani e con una produzione ottima.
Dopo poco più di un anno c'è stato l'annuncio di El Camino che per tempistiche e suoni sembra provenire quasi dalle stesse sessioni.
Solo, dove Brothers era misurato ed equilibrato qui si tolgono i freni e la velocità media sale.
38 minuti di batteria incalzante, chitarre e tanta grinta.
Manca forse l'acuto ma la doppia Sister-Hell of a Season non fanno certo rimpiangere i fasti raggiunti dalla precedente fatica.
Non ci sono più i  White Stripes ma in un certo senso l'anima più rock del duo ormai sciolto pare davvero convogliarsi da questi due americani.
Due album quasi gemelli e praticamente perfetti.
Se quindi siamo un pelo sotto Brother, non così tanto da non consigliare l'ascolto ad altissimo volume.

Run Right Back

giovedì 1 dicembre 2011

Charlotte Gainsbourg


Poco di meglio, forse, di una donna capace di recitare e cantare. E farlo bene s'intende.
Un pò la storia di Charlotte Gainsbourg, quarantenne francese cresciuta in un ambiente estremamente colto (padre cantautore, poeta e pittore, madre attrice e cantante) piuttosto attiva nel mondo cinematrografico d'autore (non ultima una candidatura all'Oscar da non protagonista ne l'Arte del Sogno di Gondry non ultimo il premio come migliore attrice a Cannes 2009 per Antichrist).
Oltre a questo c'è la produzione discografica.
Interessante all'inizio, molto interessante in questi ultimi album specie alla luce del penultimo (ormai) album scritto in buona parte con nientemeno che Beck.
Tra pochi giorni una nuova pubblicazione.
In questa bruttissima pagina facebook c'è una applicazione per ascoltare alcuni pezzi (un paio in studio, un paio live) tratte da Reveals.
Sembrano buoni, un pop-folk intimista e delicato capace di proseguire le buone cose uscite in passato.

In attesa del disco completo, un estratto da Irm, album datato 2009.

martedì 29 novembre 2011

Un regalo dagli Okkervil River


Non è ancora Natale.
Ma forse lo spirito natalizio si sta diffondendo, perlomeno in casa Okkervil River.
Reduci dal forse primo album non strepitoso della propria carriera (ma non per questo brutto nè privo di punti notevoli) e dalla disdicevole assenza nel tour promozionale del suolo Italico (perchè poi? Li ho visti all'Estragon  tre anni fa ed era parecchio pieno di gente) la band ci regala Golden Oppurtunities 2, cinque pezzi, o meglio cinque cover, che seguono il primo Golden Opportunites, di nove brani, datato 2007 e sempre distribuito dalla band sul proprio sito.
Ammettendo di non conoscere i brani originali, ma leggendo un pò via Wikipedia ho trovato tra i brani originali una certa linea comune di cantautorato folk vicino agli anni sessanta/settanta, tranne nel caso di David Mc Comb, più giovane ma deceduto a meno di quaranta anni nel 99.
Ad ogni modo i brani suonano come se fossero della band, in particolare del periodo Black Sheep Boy.
Dolenti, lenti, voce in primo piano e tanto sentimento.
Davvero un bel regalo e un bel regalo.
Download legalissimo qui sito della band

lunedì 28 novembre 2011

Il ritorno dei The Maccabees


Questi Maccabees sono fortunati, o forse bravi.
Sono usciti in un periodo contrario per loro.
Finita l'onda inglese dei primi anni duemila, finita l'attenzione a tutti quei gruppi indie rock, chitarra basso batteria e melodie veloci e ballabili che ha fatto la fortuna (e successivamente la disgrazia a volte) di parecchie band riempite di hype.
Eppure sono riusciti a farsi un pubblico e fare parlare di sè.
Rimasi stupito qualche tempo fa quando, dovendo sostituire i Vaccines, nel sondaggio di Indipendente per l'Iday di Settembre, il nome più richieste fu quello dei Maccabees, che pure non hanno certo fatto decine di date in Italia nè avevano un album in giro in quel momento.
E in fondo è comprensibile: un gusto musicale a metà tra i migliori Art Brut e quel senso a volte un pò strano dei Clap Your Hands And Say Yeay.
Questa è la ricetta di un gruppo non innovativo ma molto piacevole.
Il 9 Gennaio esce il terzo album (Given To The Wild) e con largo anticipo è già stato annunciato la data (unica) italiana, 12 Febbraio ai Magazzini Generali di Milano.
Intanto godiamoci Pelican, primo estratto.

venerdì 25 novembre 2011

Report live: The Horrors @ Estragon, Bologna

C'è un momento preciso in cui gli Horrors sono riusciti a cambiare la propria immagine, farsi dare una seconda chance da parecchie persone e soprattutto stupire.
E' circa al minuti 3:20 di Sea Within a Sea, primo estratto dal secondo album della band, Primary Colours.
Una band catalogata (a ragione) come ennesima next big thing brittanica in anni in cui ogni mese c'era un "The" nuovo da ascoltare quasi fosse un nuovo messia, se ne usciva con un antisingolo di otto minuti, sparato sul sito ufficiale, diviso tra suggestioni gotiche anni ottanta e una meravigliosa coda semi strumentale vicina (ma non uguale e soprattutto meravigliosa) a The Rip, dei Portishead (con lo stesso produttore in comproprietà).
Una trasformazione radicale, tanto che oggi The Horrors significa tre dischi dischi usciti e solo due suonati, con il rinnego dell'esordio.
A completare il quadro, Skying, album che confermava tutte le qualità compositive che in sostanza non sapevamo il gruppo avesse e che invece, alla prova del secondo album, ha confermato alla grande.
Così, l'unica pecca del live all'Estragon di Bologna (saggiamente in parte rimpicciolito, un migliaio scarso di persone presenti ad occhio) è la durata.
10 Pezzi, per quanto lunghi, per un'ora totale è un pochino, specie se si ha materiale per 20 pezzi almeno e un'ora e trentatrè di musica.
Perchè davanti, sopra, sul palco, c'è una grande band.
Non nell'approccio ma in una cosa semplicissima: la musica.
I cinque inglesi riescono in tutto: nel portare sul palco i pezzi in maniera ottima (splendida l'acustica, strano, essendo l'Estragon), nel cantarli bene, nel costruire una scaletta in crescendo, nel sembrare più grandi di quello che sono, in termini di età.

Una poderosa sezione ritmica, una voce in un certo senso distaccata (e inevitabilmente un pensiero a Ian Curtis), e poi un muro di suono tra basso, chitarra e soprattutto tastiere ad avvolgere minuto dopo minuto un pubblico sospeso a metà tra idee di pogo e estatica contemplazione.
A mia sensazione, l'ultima opzione è la migliore.
Peccato solo, davvero, per la durata, almeno un paio di pezzi in più e sarebbe stato qualcosa di meglio.
Però. Bravi, ineccepibili.
E mica male nemmeno i Soviet Soviet, deboli solo un pò nella parte vocale ma assolutamente a senso in questa serata (chiamati a sostiture gli S.C.U.M.) con un piglio aggressivo e ancor più vicino ai Joy Division più punk, essendone debitori ma uscendone a testa alta.
Insomma, complimenti davvero.

mercoledì 23 novembre 2011

Ascolti, Calexico e dubbi.


Dunque.
E' difficile stare dietro alle cose.
Uno gira quotidianamente webzine e blog alla ricerca di novità, informazioni.
Un flusso incontrollabile con confini entro cui scegliere, ascoltare, valutare.
Questo è un pò il lavoro di questo blog.
Così, oggi, trovo da qualche parte un link ad uno streaming di qualcosa di nuovo dei Calexico.
Gruppo che apprezzo parecchio ma che ho conosciuto con gli anni, altro modo di dire che ancora non ho avuto modo di ascoltare tutta la discografia.
Sapendo che l'ultimo album da studio risale a tempo fa (2008, nel mezzo due colonne sonore) mi rallegro, eppure vedo che non se ne parla quasi da nessuna parte.
Nemmeno su wikipedia.
Insomma, cosa succede?
Non è un album di studio, in sostanza.
Questo è il fatto: i Calexico hanno fatto un pò il punto della situazione, pubblicando in poco più di mille copie una serie di vinili autoregistrati che coprono il periodo 1998-2011, risalenti ai vari tour della band.
Insomma, una specie di opera omnia live (12 vinili più mp3 vari).
Che, e torniamo a ciò che ho nelle orecchie, si riassume anche in un cd "Selections From Road Atlas- 1998-2011"
E che suona semplicemente in maniera strepitosa.
Io non ho avuto la fortuna di vederli live per il momento, ma questo è un grandissimo album live di una grande band.
Da ascoltare qui

domenica 20 novembre 2011

Report Live: Fleet Foxes @ Estragon

Serata di nebbia.
A Bologna arrivano i Fleet Foxes, all'Estragon.
Io non ne vado matto, li trovo un gruppo interessante e piacevolmente non una meteora (il secondo album conferma le qualità del primo).
Questa estate poi, in molti report dei festival europei, ho letto da più parti il loro nome tra le migliori esibizioni.
Insomma: pur apprezzando la loro discografia ma senza strapparsi i capelli, viene la voglia di partecipare.
Così, per un Estragon insolitamente in orario (complice la diretta su Radio Due) siamo intorno alle 8 e mezza al locale bolognese (si, dopo avere perso un attimo la via dentro al parcheggione e dire che di nebbia siamo esperti).
Pochi minuti e inizia la spalla, Alela Diane, americana di Portland, sul palco con marito e padre (!) che regala un quaranta minuti molto applauditi dal pubblico.
Diciamo così: ottima voce, però questo country-folk tipicamente statunitense dopo un pò è sul filo del monocorde, il tipico genere (nei miei gusti e così suonato) che ti piace una canzone ma pezzo dopo pezzo viene un pò la noia.
Per fortuna sul finale arriva il batterista dei Fleet Foxes e con una maggiore ritmica le cose migliorano.
Ad ogni modo, dopo una un pò lunga attesa (più di mezzora e palco già pronto da un pò...colpa della diretta in Radio2?) arrivano gli headliner.

Sei elementi e parecchi strumenti, basso, piano, batteria, chitarra acustica e (saltuariamente) elettrica, archi, banjo e flauti.
L'audio è buono sin da subito ma i primi pezzi non convincono.
Un pò freddi e forse una scaletta da rivedere (avevo letto la stessa cosa del concerto di Roma) ma non si percepisce molto (le proiezioni di neve e montagne sullo sfondo rendono bene).
Piano piano però la situazione migliora, arrivano i pezzi più rodati, gli stessi video finiscono in geometrie psichedeliche tipiche anni settanta, anche il ritmo dei pezzi è più veloce e le cose vanno meglio.
E' un concerto un pò freddo, quello degli Fleet Foxes.
Poche parole, poco movimento, così se c'è un ottimo momento musicale le cose vanno bene (Your Protector, Ragged Wood) in altri casi,boh, non scatta la scintilla.
Ma potrebbe benissima essere questione di gusti.
Bene il finale.
Un emozionante pezzo voce e chitarra e poi via fino a Helplessness Blue, ottimo estratto dall'ultimo album, che però rende un pò meno che su disco.
Insomma: buonissime parti musicali, ottime quelle vocali, concerto a momenti alterni, alcuni buonissimi altri un pò indifferenti.


sabato 19 novembre 2011

Ascolti: Uniform Motion - One Frame Per Second


L'ho trovato in un forum.
Si parlava di musica folk, di un album piacevole.
Insomma, Uniform Motion, per l'angolo dello sconosciuto, è il progetto di Andy Richards e Renaud Forestie (Olivier Piotte dal 2011) che combina musica e parte visuale.
Su disco è niente di strano ma molto di piacevole.
Intensa voce, chitarra in primo piano e qualche arrangiamento intorno.
Molti momenti intimisti e qualche porzione di aperture strumentali.
Insomma, semplicissimo autorato folk.
Tre album alle spalle.
L'ho ascoltato tre volte di fila questa mattina, piena di nebbia e temperature fredde.
E' stato bello e ve lo consiglio.
Tutto qua, semplice come l'ascolto.

venerdì 18 novembre 2011

Radiohead Italian Tour 2012


Oggi non ci sono altre comunicazioni possibili da dare.

30 Giugno Roma, Ippodromo delle Capannelle
1 Luglio, Firenze, Parco delle Cascine
3 Luglio, Bologna, Piazza Maggiore
4 Luglio, Udine, Villa Manin.

Radiohead, live.
http://radiohead.com/tourdates/
Biglietto sopra o su vivo / ticketone appena escono.
Non aspettate, ad ogni modo.

giovedì 17 novembre 2011

The Rapture e Massive Attack: demo e bonus track


Non che valga sempre ma in molte occasioni ci si rende conto del brillante momento compositivo di un gruppo dalle b-sides.
Non a caso esistono gemme sconosciute o quasi presenti su singoli o edizioni speciali che spesso fanno quasi pensare "ma perchè non è nell'album"?.
Anzi, una volta ne parliamo un pò.
E in questi giorni ci sono state due uscite interessanti di due gruppi entrambi in un periodo strano della carriera.
I Rapture hanno avuto il loro momento importante e ora sembra passato.
Ma per questioni di gusti di pubblico, non di qualità.
Infatti l'ultimo album non è per niente male e che siano più vivi lo dimostra questa bella traccia presente nell'edizione giapponese di "In The Grace Of Your Love" (perchè poi le edizioni giapponesi abbiano sempre pezzi diversi non mi è dato saperlo".
Ad ogni modo questa è In Love Divine, in pienissimo stile Rapture con una punta di Franz Ferdinand.


Strano anche il momento dei Massive Attack, per il semplice motivo che seppure siano splendida e rodatissima macchina live, su disco hanno un pò sofferto l'ultimo album.
Che secondo me aveva i suoi bei momenti, più di quanto si sia detto, però in effetti non era uno dei capolavori del passato.
Purtroppo il fatto è che i grandi gruppi hanno sempre "il dovere" di fare altri capolavori.
Ora è spuntato questo demo, chiamato "3D And Vermona" ed è davvero un bran bel pezzo, anche nella sua costruzione semplice, sembra quasi uscito dalle migliori sessioni di Mezzanine.
Ed è un gran complimento.

mercoledì 16 novembre 2011

Autunno/Inverno live


Eccoci con il post mensile di riassunto sui live più interessanti del prossimi mesi... asterisco per le novità...

Fleet Foxes

  •     17 novembre 2011 - Atlantico Live, Roma
  •     19 novembre 2011 - Estragon, Bologna
  •     20 novembre 2011 - Teatro Smeraldo, Milano

Kasabian

  •     20 Novembre - Alcatraz, Milano (pare già sold out)
The Horrors
  •     Martedì 22 Novembre - Milano, Magazzini Generali
  •     Mercoledì 23 Novembre - Roma, Alpheus
  •     Giovedì 24 Novembre - Bologna, Estragon
Junior Boys
  •     29 Novembre – Milano – Magnolia
  •     30 Novembre  – Bologna – Locomotiv
  •     01 Dicembre  – Roma – Circolo Degli Artisti
Patrick Wolf

  • 1 Dicembre - Spazio 111, Torino
    • 2 Dicembre - Fabbrica Del Vapore, Milano
  • 3 Dicembre - Bronson, Ravenna
Badly Drawn Boy 

  • 9 Dicembre - Covo, Bologna
    • 10 Dicembre - Piper, Firenze
The Black Keys

  • 30 Gennaio 2012 - Alcatraz, Milano 
 *The Maccabees
  • 12 Febbraio, Magazzini Generali, Milano.
Clap Your Hands Say Yeah

  • 18 Febbraio 2012 - Covo, Bologna  
*Wilco

  • 8 Marzo, Alcatraz, Milano
    9 Marzo, Estragon, Bologna

*Mark Lanegan

  • 24 Marzo, Estragon, Bologna
  • 25 Marzo, Alcatraz, Milano

martedì 15 novembre 2011

Zona Italia: Ultimo Attuale Corpo Sonoro


Un paio di anni fa sono entrato in contatto con uo strano progetto.
Utimo Attuale Corpo Sonoro, il nome.
Csi, Massimo Volume, Offlaga Disco Pax, le direzioni più ovvie che vengono in mente.
Solo, tutto più letterario.
Ovvero: un post rock allungato e dilatato, testi declamati, proprio come negli importanti nomi segnalati sopra ma il tutto senza sconti nè possibilità di arrivare ad un pubblico vasto come negli altri casi.
Perchè Ultimo Attuale Corpo Sonoro è un progetto che ferisce.
Duro, spigoloso, violento, più nelle parole e nella rassegnazione dele storie raccontate.
Manca la bellezza estatica (dei Massimo Volume) o il delicato umorismo (degli Offlaga Disco Pax).
Come in quel brano, Empirismo Eretico, lancinante storia della morte di Pasolini che secondo me è uno dei brani più intensi prodotti in Italia negli ultimi anni.
Non se n'è parlato molto ma ora arriviamo al secondo album, che verrà presentato ai primi di dicembre e si intitolerà "Io ricordo con Rabbia".
12 brani contro i 7 dell'esordio.
Se vi fidate, sarà, probabilmente un grande disco.
Vi invito a questa pagina per tutte le informazioni che servono.
E sotto il video di Empirismo Eretico.
Attenzione, potrebbe rimanere piantata nel cuore per parecchio tempo.


giovedì 10 novembre 2011

Ascolti - Summer Camp - Welcome to Condale


Un disco nostalgico, quello dei Summer Camp.
Ma non nostalgico nel senso delle influenze, no, anzi, qui si omaggia e si vuole suonare un disco ESATTAMENTE come se uscisse negli anni ottanta.
E tutto ruota intorno a questo, a partire dal (bel sito) al concept visuale, ai suoni.
L'atmosfera è quella dei balli di fine anno americani, quelli del liceo.
Pop con influenze elettroniche.
Così, questo duo, Elizabth e Jeremy, lei maggiormente alla voce, con l'aiuto alla produzione di Ash Workman (dietro già all'ultimo Metronomy) ci regala una mezzoretta abbondante piuttosto piacevole, specie nella prima parte.
Poi a seconda dei gusti potrebbe essere stucchevole o indimenticabile.
Ma diciamolo, in qualche momento sono irresistibili, se ci si lascia abbandonare alla leggerezza.
Ad ogni modo, streaming completo qui.

mercoledì 9 novembre 2011

Le battute d'addio dei Sigur Ros?


Io, lo ammetto, non sono riuscito a capire ancora in che stato siano i Sigur Ros.
Vivi? In Pausa? Chiusi?
Non è chiaro.
Non lo chiariscono certo le uscite di questi ultimi tempi, con quel Inni che è un documentario retrospettivo e sembra chiarire che in qualche modo una parte è finita e si sta un pò guardando dietro.
Mi verrebbe voglia di sapere cosa c'è davanti.
In fondo, pur con un leggero calo, anche gli ultimi dischi della band erano godibilissimi e con ottimi momenti.
C'era quella sensazione di euforia leggera che cresceva, dove nei primi tre album c'erano tantissimi spazi aperti, negli ultimi pareva che si aumentasse un pò tutto, velocità, strumenti. Felicità quasi.
E poi l'album solista di Jonsi che pure sembrava in gran parte ancora opera della band.
E che non era per niente male, per quanto io abbia letto cose diverse in merito.
Pezzi come Tornado o la conclusiva Grow Till Tall seguivano fasti del recente passato (e chi ha visto live l'ultima sa cosa intendo, qualcosa di indimenticabile).
Insomma, è tutto indeciso.
Di sicuro c'è Luppulagiò, unico inedito presente nel live audio/video presentato un paio di giorni fa.
Non è nulla di che.
Però sembra un pò uscito da ( ).
Le sole note di pianoforte e poco più.
Non è ancora inverno (è anche poco autunno) ma sicuramente fa venire in mente tutto il bello di quegli indimenticati dischi,di quel freddo, di quella sensazione di isolamento, di quella traccia finale di ( ) che ti batte nel cuore e di quelle lingua straniera usata come strumento più che come testo e di tutto il bello di un grande, grandissimo, gruppo.

Aggiornamento del giorno dopo: proprio oggi il gruppo ha annunciato un nuovo album di inediti, definendolo introverso e minimale...evviva :-)


martedì 8 novembre 2011

Mark Lanegan, 2012.


Mark Lanegan nel 2012 ci regala un nuovo album, dal titolo (promette bene) "Blues Funeral".
Non c'è certo bisogno di descrivere chi sia: cantante degli Screaming Trees, collaborazione con i Queen Of The Stone Age, un progetto dal nome Soulsavers.
Negli ultimi anni poi la bellissima collaborazione con Isobel Campbell ha dato luce a tre ottimi dischi, quei dischi che te li metti in vinile in camera e succede quel che succede, album dominati dall'unione tra una voce angelica (ex Belle And Sebastien) e una cupa e profondissima.
Voce che dal vivo è vicina all'indimenticabile e quindi un'altra ottima parte della notizia sta nell'annuncio di due nuove date con la Mark Lanegan Band
- 24 Marzo @ Estragon, Bologna
- 25 Marzo @ Alcatraz, Milano

In ascolto un bellissimo pezzo tratto dall'ultima uscita discografica di Lanegan, questa volta con il progetto Soulsavers...


 





domenica 6 novembre 2011

Un saluto ai R.E.M.

Insomma, si sono sciolti.
Non è una novità.
Ho voluto evitare chissà quale sproloquio di parole per una grande band che però non sento mia, temporalmente.
Hanno fatto le cose migliori durante i miei anni delle elementari o giù di lì.
Li ho apprezzati a pieno, senza strapparmici i vestiti sopra.
Ho perso l'ultimo tour, altri impegni e dunque chiudiamo la parentesi R.E.M. con questo onesto saluto.
Grandi musicisti, belle persone, la bella idea di chiudere prima di crollare.
L'ultimo singolo.
Buona pensione.

sabato 5 novembre 2011

Ascolti: The Black Box Revelation - My Perception


Poco più di vent'anni e voler fare sani dischi di rock ruvido ma piacevole, un'ottima sezione ritmica e vicinanze con i White Stripes più energici.
Al posto di Jack e Meg White, Jan Paternoster e Dries Van Djick che di meno cool hanno nome, mondo gossip e soprattutto cittadinanza, essendo del Belgio.
Detto questo, rimane un gruppo solidissimo.
Certo, se i primi due album del duo avevano stupido il piccolo pubblico che li conosce per l'ottimo suono che esce da ogni loro pezzo (e per la bravura sia nel pezzo veloce che in qualche esperimento lento vicino al blues), questo terzo album inizia a mostrare un pò la corda, per qualche suono troppo vicino ad altri pezzi precedenti e per la poca "variazione sul tema".
Però rimane un fatto semplice: sentiti live o su disco, volumi alti, questi due ragazzi fanno ballare il piedino, dannola carica, hanno più vitalità di band molto più blasonate.
E quindi, in sostanza, di cosa preoccuparci?
Niente.
Un consiglio, due album in poco più di dodici mesi sono un rischio, per la sovraesposizione.
Una piccola pausa, molti concerti e poi si penserà al quarto disco.
Ma detto questo, lo si dice da qualche anno ormai, ci sarà un giorno in cui i Black Box Revelation riceveranno le meritate attenzioni...
In ascolto la traccia che dà il titolo all'album..

My Perception by Black Box Revelation

giovedì 3 novembre 2011

Ascolti: A Classic Education - Call It Blazing


Che stavolta io debba stare in netta minoranza, a sorpresa?
A Classic Education, per me, significa come primo ricordo gli Arcade Fire a Ferrara, in un leggendario tour di Neon Bible e una delle più belle esperienze live della mia vita.
Poco prima, a supporto, un giovane gruppo all'epoca con suoni molto simili  a quelli del gruppo canadese, gruppo italianissimo tranne per il cantante, ironicamente, canadese pure lui.
Non ho mai smesso di seguirli, di tanto in tanto.
Un altro paio di appuntamente live (l'ultimo un annetto fa mi pare) e tante cose ascoltate, tra i vari singoli ed ep di una band riuscita a guadagnarsi fama e interesse anche all'estero senza avere dato alle stampe niente di definitivo (che pure oggi giorno l'album perde sempre più valore ma almeno uno bisogna pur sempre farlo uscire no?).
E quindi in questo 2011 di importanti uscite per la musica italiana, arriva finalmente il disco.
12 Pezzi, qualcosa di già sentito, qualcosa di inedito.
Recensioni in rete ottime.
A me pare un ottimo disco ma un pò freddo.
Forse però tutto nasce che per me gli A Classic Education sono un gruppo live e live mi piacciono tantissimo.
Hanno personalità, suonano bene e ci sono ottimi momenti.
Semplicemente mi pare però che Call It Blazing scorra un pò uniformemente nella sua ottima scrittura, senza particolari picchi, senza riuscire a cogliere qualcosa di più.
Ma ci sarà anche una rubrica "riascolti" e magari ne parleremo più avanti, ci sono dischi che ti prendono subito e altri che ti colpiscono alle spalle da un momento all'altro.
L'importante è che la band è più viva e pronta a fare il suo ingresso nel mondo discografico avendo già un nome e un pubblico dietro.
Mica roba da poco, per un gruppo italiano.
Lo streaming completo del disco.

lunedì 31 ottobre 2011

Ascolti: Florence And The Machine - Ceremonials


Non ripercorro la storia di Florence And The Machine, è già tutto scritto qualche settimana fa.
Anche perchè di Ceremonials ce n'è parecchio da dire.
Un album importante e di crescita.
Come si sa, il secondo album è il più difficile.
Spesso viene tutto portato al terzo, facendo del secondo una copia leggermente rivista del primo (e poi a volte si crolla, chi ha detto Editors e Bloc Party?).
Oppure si crolla direttamente e subito (chi ha detto White Lies?).
La bella Florence invece ci dà delle soddisfazioni.
Cambia mood, cresce, aggiunge strumenti, suona bene.
Un disco soprendentemente maturo, tanto che ai primi ascolti mi risultava difficile dare ancora un giudizio.
Come sempre serve l'ascolto approfondito per dire tutto e cioè cuffie o vinile e ascolto solitario, traccia dopo traccia.
Così ci si rende conto che se, è vero, mancano i singoli killer del primo album non è per una mancanza creativa ma per un cambiamento di prospettiva.
Qualche tempo fa si parlava sempre su questo blog in termini entusiastici del nuovo album di Feist.
Ecco, siamo un pò su quei contorni.
Solo che se la canadese gioca sulla sottrazione, la voce soffusa, le luci spente e le atmosfere notturne, Florence (con la sua band a giocare ruoli importanti) gioca sulle luci cittadine, sui ritmi veloci, sulla voce dispiegata a pieni polmoni (anche se in maniera funzionale al pezzo, senza mai esagerare).
Un album fondamentalmente pop ma di quel pop bello, con quasi tutti i pezzi a lambire e a volte superare i cinque minuti e rarissimi cali.
Averla vista live ha lasciato l'impronta di un'artista vera, molto alla mano e di assoluta qualità.
A questo punto, dopo il secondo disco possiamo dire che ci si può aspettare grandi cose da questa carriera.
Miglior pezzo? Sarà l'astmofera halloweeniana, ma forse Seven Devils, sinistra e oscura (vicina a Bat For Lashes) convince parecchio.
Intanto in ascolto Shake It Out.


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Propaganda - Stagione 2, Episodio 3

La puntata numero tre di questa stagione è stata densa di musica. Musica e novità e qualche parola nel mezzo, per presentarla e raccontarla...