martedì 31 maggio 2011

Ferrara Sotto le Stelle: programma (definitivo?)

Qui si scrive da Ferrara e Ferrara Sotto le Stelle è uno, se non il, migliore festival italiano musicale.
Per qualità e eventi unici che si sviluppano, sicuro. Per cifre forse no, perchè la piazza permette quelle quattro mila persone al massimo ma ogni anno lo spettaccolo è assicurato e quest'anno abbiamo già avuto quello che forse è stato il concerto dell'anno, vedi al post Sufjan Stevens.
Dunque, oggi che si annunciano le date che dovrebbero chiudere il programma, come al solito bello ed equilibrato, segnaliamo il cast definitivo dell'edizione 2011:
3 LUGLIO: Verdena + Dinosaur JR (performing bug) + Jennifer Gentle, Aucan, Iosonouncane, Sakee Seed
5 LUGLIO: The National + Beirut
6 LUGLIO: PJ Harvey
10 LUGLIO: Skunk Anansie
15 LUGLIO: Vinicio Capossela
21 LUGLIO: Subsonica
Bands Apart Festival
22 LUGLIO: Cocorosie + John Grant
27 LUGLIO: Joanna Newsom + Josh T. Pearson.

Alcune cose interessanti, molte imperdibili.
Ci saremo per tutte le date e faremo il report di tutto...

lunedì 30 maggio 2011

Previsioni di un futuro divenuto presente


Storia strana, questa.
Tutta personale, questa.
Non fosse che la soggettività diventa pretesa di obiettività, un pò come il telecronista tifoso dell'inter che si ritrova a scrivere della vittoria del Campionato della propria squadra per la Gazzetta dello Sport.
In altre parole, un paio d'anni  fa si va a vedere i Glasvegas (tutto fumo e niente arrosto e una carriera discentente nonostante alcuni brillanti pezzi contenuti nell'esordio) e ad aprire c'è una band dal nome sconosciuto di giovani ventenni che fanno ballare il piedino.
Poi tre mesi dopo sono al pomeriggio all'Italia Wave.
Poi due mesi dopo li porti tu a suonare dalle tue parti (pubblico non pagante 20 persone) e poi al Covo e poi in giro e due anni dopo sei nel tuo blog a iniziare a riparlarne, una carriera da vicino di quasi amici che pure sono uno dei gruppi più fighi italiani per alcuni semplici motivi:
  • un primo album che sono 11singoli11, una batteria sempre veloce, un basso spaziale e una chitarra su tutto a seguire le trame vocali di una ragazza minuta e timida che diventa una leonessa sul palco
  • una carriera fatta di modestia e tranquillità
  • il quasi totale apprezzamento di chiunque li veda live.
Sveliamo il tutto: parliamo degli Heike Has The Giggles, trio ravennate, poco più di sessantanni in tre, rock vicino ai primi artic monekys o ai libertines, con l'attitudine e l'urgenza punk capace di genere in 2-3 minuti la sindrome "mi-metto-a-ballare-sotto-il-palco".
Non trattasi di celebrazione ma di reale apprezzamento vissuto nella crescita in questi due anni.
Ora in autunno il secondo album e a breve (1 giugno) l'uscita di Dear Fear, vinile con bside che possiamo ascoltare qui , presentato nella sempre splendida cornice dell'Hana-Bi di Marina di Ravenna.
Sotto un pezzo dal precedente album (Sh).
Qui ci si crede da tempo, poi vedete voi.

domenica 29 maggio 2011

Gil Heron Scott Rip


Poche settimane fa ci eravamo innamorati di un disco.
Nome: We're Here.
A remixare, Jamie XX, serio candidato ad essere una delle più importanti personalità musicali del prossimo decennio (naturale conseguenza se a poco più di ventanni hai già pubblicato uno degli esordi più interessanti degli ultimi tempi, quello degli XX, e per diletto fai album di remix geniali come questo).
Materiale di partenza: Gil Scott-Heron e il suo ultimo album I'm New Here.
Ora, in tuttà onesta, prima di questa splendida operazione capace di unire un ventenne inglese e un sessantenne americano, il secondo non era, per scrive, figura troppo conosciuta.
La bellezza dell'album aveva portato alla scoperta del materiale originario e poi alla scoperta della persona: musicista, rapper (non solo: tra i padri fondatori del rapper stesso), attività politico, persona, in poche umili parole, capace di fare del bene e di lottare.
I'm New Here è uscito l'anno scorso dopo una decina abbondante di anni di silenzio musicale dell'artista e ci è giunta ieri la notizia della sua morte.
Dispiace. Dispiace ma ci lascia qualcosa di grande e intenso da ascoltare e ricordare.
E siamo felici di avere vissuto il suo ultimo lavoro in tempo reale senza quei fenomeni di sterile compiacimento post morte che colpisce ogni artista, noi queste cose le odiamo.
Riposa in pace, Gil Scott-Heron.

venerdì 27 maggio 2011

Brunori Sas. Vol 2. Poveri Cristi.

Un paio d'anni fa esordiva Brunori Sas.
Per quanto se ne sia parlato in certi ambiti è difficile spiegazione il perchè il disco non sia entrato in rotazioni ben più importanti.
Non per interesse, che su questi lidi ormai vi è un distacco completo tra vendite e interesse ma per la forte "italianità" dei pezzi.
Voglio dire ascoltare un pezzo come questo

distrugge ogni tentativo di canzone nazional-popolare-sanremese di questi anni, e se avesse partecipato l'avrebbe vinto a mani basse. Vero no? Speriamo.
Ad ogni modo, l'interesse per la questione è basso.
Perchè Brunori Sas è pronto a dare alle stampe il secondo album, esattamente due anni dopo.
Noi abbiamo trovato la copertina del disco

e alcune prime date del tour.
Soprattutto, l'Hana-Bi ci segnala di portarlo il 23 Agosto e quindi segnamo in calendario.
In spiaggia, di sera, sarà il momento di sentire il nuovo disco.
Per ora grande attesa.

mercoledì 25 maggio 2011

Arcade Fire, un inedito. Anzi due.


Gli Arcade Fire ripubblicano The Suburbs e ci piazzano due inediti.
Uno in solitaria (fa ridere per un gruppo di una decina di elementi) e uno con David Byrne.
Entrambi belli, non indimenticabili ma soprattutto Cultur War è puro arcadefiresound e ci mostra la differenza tra i grandi gruppi e quelli normali: i grandi gruppi fanno stare bene anche con i pezzi minori per capacità di scrittura enormemente superiori alla media.
Punto e basta.

Arcade Fire - Culture War by ListenBeforeYouBuy
Arcade Fire - Speaking In Tongues by ListenBeforeYouBuy

Ferrara Sotto le Stelle Atto1: Sufjan Stevens.

Settecento persone circa.
Settecento persone hanno potuto vedere questo spettacolo, dopo una attesa durata sette anni in cui il nostro cantautore americano è asceso alla "fama" e ha proseguito il percorso personale con il doppio lavoro di un ep (di quaranta minuti) e The Age of Odz, svolta nel suo suono personale.
Che dire? Queste settecento persone hanno probabilmente visto uno degli eventi live dell'anno in corso.
Punto e basta.
Che dire di un concerto che inizia totalmente al buio, con un telo quasi trasparente calato poco davanti alla band e che proietta come sospese per aria gocce di pioggia mentre minuto dopo minuto tutto prende luce e si rivelano dieci musicisti, due batterie (due normali e due elettroniche) un pianoforte, tre tastiere, due coriste (e non solo), basso e gli svariati strumenti suonato dal protagonista.
Che dire di un concerto dove Sufjan Stevens riesce a intrattenere e commuovere, far saltare e far rimanere muto un intero teatro, a essere Jonsi, gli Arcade Fire, Patrick Wolf, gli Animal Collective e chissà cosa ancora.
E' questa la sensazione di queste due ore e mezza (!) di live praticamente ininterrotto.
Un diluvio di suoni, effetti, racconti di un personaggio che si rivela al pubblico come tranquillo e allo stesso tempo stralunato, profondamente influenzato da un piccolo americano di cui racconta la visione del mondo, basata su stelle, universi e congiunzione di mondi naturali.
Congiunzioni che sono su un pezzo un velo tra acqua e fuoco, ora l'intimo silenzio di voce e chitarra e frammenti narrati in inglese e per ben due volte in un tentato italiano, malriuscito quanto ammirevole per il tentativo di non dire solo grazie.
Poco dopo la metà il concerto svolta ulteriormente e diventa una festa vera e propria, fino ai venticinque minuti (!!) di Impossible Soul, dove le coriste (che sono anche ballerine e anima del balco) si spostano in avanti insieme a Sufjan e il pubblico si alza e si avvicina a loro mentre volano coriandoli e altri oggetti.
Arcobaleni ovunque e una lunga danza collettiva.
Lo stesso pubblico che regala un tripudio degno di quelle che si fanno durante le vere rappresentazioni, e il finale intimista marcato tutto Illinoise con l'ovvia (e desideratissima) Chicago a mettere il punto sulla serata.
Settecento persone che non possono, non lo vogliamo credere, non avere sgranato gli occhi di soddisfazione.
Un piacere anche avere contribuito al 25% dell'operazione miracolosa di una ragazza e tre amici arrivati senza biglietto a cui abbiamo ceduto il nostro in più e che sono quindi riusciti a entrare.
Ne valeva la pena.
Strepitoso, punto e a capo.



lunedì 23 maggio 2011

Delle classifiche e delle pene


Chi scrive è uno di quelli nati con la tecnologia.
Prima vista di sfuggita, su un 286 improbabile ma che ha regalato la conoscenza dell'oggetto stesso e reso possibile il desiderio di un futuro vero computer, che fu un Pentium 150, Windows 95 e molti più problemi di quelli che ci sono oggi.
Erano gli anni del modem a 33k con le tariffe ad orari fissi (se sforavi era la fine) mentre attualmente scrivo dal mo divano su un Macbook portatile con il Wifi a velocità nemmeno allora lontanamente sognate.
A metà di questo percorso circa, metà decennio scorso, ragionavo, scrivendo per una rivista online, di un futuro scenario in cui classifiche di vendita nei negozi e vendite digitali sarebbero state diverse.
Il popolo di Internet.
Il popolo di giovani, di curiosi, nomi piccoli che vendevano e diventavano casi grazie al semplice passaparola, l'annullamento del mondo mainstream e del cartello delle radio e la semplice meritocrazia musicale.
Ora mi rendo conto che sognavo solamente.
Ora che Internet è di tutti, tutto si è bilanciato.
E questa nazione, pur con tutte le sue belle cose (e con un sottobosco musicale spesso interessante più di quanto si voglia ammettere a causa di una, pur comprensibile, esterofilia) manca di basi.

Però la diffusione (vedi mp3) della musica ad un pubblico per forza più vasto, eliminando di fatto la preselezione radio e con il potere di webzine e affini ha ampliato di molto il parco concerti, che in effetti pur se pieno di casi isolati è sempre più interessante.
Manca il grande evento collettivo ma c'è un impegno sempre più variegato nelle località più disparate.
Va bene quindi.
Anche se domani sera vado a vedere Sufjan Stevens e non sarà percepito come il grande evento quale è il ritorno dopo sette anni in Italia di uno dei musicisti più interessante di questi anni, pur con i suoi difetti.
Del live ne parliamo domani sera, ora lascio in eredità al post una cover di Atmosphere dei Joy Division, fatta da tali Shimmering Stars, gruppo indie canadese che suona come i Raveonettes rallentati e dilatati dopo un ascolto dei Fleet Foxes (e vale la pena avere un blog anche solo per inventare queste pseudodefinizioni chiare solo a chi le scrive).
Pezzo che non ho ben chiaro da dove provenga ma che ha una dolcezza e qualità degne di non essere perse per strada.
Buonanotte, il negoziante per stasera chiude le serrande.
Atmosphere ( cover) by ilnegoziante

Vieni fuori dall'ombra, Dj Shadow


Tutti siamo debitori di Dj Shadow, anche se non lo sappiamo, per la maggior parte.
Una carriera che segue gli ultimi vent'anni ormai, con progetti a titolo personale (tre), la presenza fissa in quell'enorme progetto che è U.N.K.L.E. (negli ultimi anni due splendidi dischi) e poi collaborazioni, remix.
Un personaggio all'avanguardia, autore nel 1996 di quello che è considerato il primo album costruito interamente su Sample (Entroducing...) e importantissima mente dietro a tanti suoni tra triphop ed elettronica/rock di oggi.
Tra l'altro in arrivo a breve in Italia con due concerti dove suonerà dentro ad una sfera capace di proiettare luci e visual.
Ebbene, c'è un nuovo album in arrivo il 5 di Settembre "The Less you Know The Better" e in anteprima è uscito un piccolo ep, tre tracce e tre remix, che anticipano i suoni.
Diciamo che i suoni sono tutti estremamente diversi: I've been Trying è una leggera ballata downtempo, Def Surround Us è una lunga suite che vira in molte direzioni e che ricorda a tratti alcune cose dei migliori These New Puritans, quelli del secondo sottovalutissimo album.
E poi soprattutto c'è I Gotta Rokk, di quelli che, a parere del Negoziante, sono istant classic e che sentiremo tra anni un pò ovunque: un riff micidiale si stende per sei minuti di crescendo che non accenna a smettere mentre attorno si muovono batterie e sample vocali.
Un grande pezzo, punto e basta.
E ve lo facciamo sentire.
Dj Shadow-I Gotta Rokk (LP Version) by oli02

domenica 22 maggio 2011

Ascolti intimi: Bon Iver - Bon Iver, Bon Iver


Il secondo album è sempre il più difficile, ce lo diceva bene Caparezza qualche tempo fa.
Ancora più vero in casi come questi: sei in un gruppo che fa tutt'altro, ti ritrovi da solo per settimane in una casa in montagna e scrivi un disco come For Emma, Forever Ago, capace di rivelare un talento fuori confine per uno dei dischi più belli degli ultimi anni.
Solo che il disco era così semplice, coeso, suonato con quei tre strumenti tre presenti nella casetta che bisogna cambiare registro e mantenere la stessa (enorme) aspettativa di tutti coloro che si erano innamorati di quei pezzi.
Sono passati quattro giusti anni ed eccoci qui a parlare del nuovo album, stesso nome dello pseudonimo del ragazzo americano.
In prima sintesi: ci siamo quasi riusciti.
A mantenere la bellezza di quei pezzi: è cambiato il registro ma in almeno la metà dell'album c'è la stessa magia pur su toni diversi.
Era già apparso splendido il primo estratto, "Calgary"  quattro minuti di cavalcata in crescendo in grado di mettere in risalto il nuovo lavoro fatto sulla voce (ora più naturale e meno elaborata da effetti) e soprattutto l'aggiunta di una maggiore strumentazione a circondare le parole sussurrate come sempre.
Batteria, in prima linea, ma anche chitarra elettrica e poi troveremo banjo, tastiere e altro ad aumentare la paletta di suoni.
Come nella prima traccia, Perth, costruita su una riuscitissima marcetta di batteria che sembra quasi provenire da un'altra direzione e apre il disco in maniera perfetta.
Ogni pezzo porta il nome di una città, a testimoniare, se si vuole il cambiamento di prospettiva, dall'intima e solitaria casetta all'opposto di ora, al viaggiare per un intero e enorme paese come quello americano.
Come prima impressione, le prime quattro tracce sono le migliori, insieme alla già citata Calgary, mentre c'è un leggero calo nella parte centrale, ma sono in realtà primi giudizi perchè è un disco che tende a salire di ascolto in ascolto (e che era meglio uscisse in autunno, perchè profuma di pioggia e autunno) e conferma ad ogni modo che il talento non era un fuoco di paglia ma anzi si trova a suo agio anche con una produzione più importante.
Certo: l'esordio è irripetibile. Ma se questo è il famoso secondo disco più difficile, si può tranquillamente pensare ad un futuro dei più radiosi per Justin Vernon.

giovedì 19 maggio 2011

First Listen: Arctic Monkeys - Suck It And See


Gli Arctic Monkeys, che si sia d'accordo o meno, sono uno  dei gruppi più importanti di questi ultimi anni.
Non fosse altro che per le masse mosse (scuse umili per questa ripetizione) ad ascoltare live e comprare i dischi della band, forse uno degli ultimi fenomeni "numerici" musicali di tutti i tempi, perlomeno vista l'ovvio futuro che con tutta probabilità porterà a scompare o quasi l'oggetto fisico musicale.
Questa in breve la loro carriera: un esordio potente e istintivo, pieno di pezzi rimasti nella memoria di tutti, un secondo prodotto e suonato alla perfezione  (e con un simbolo bomba come Brianstorm) e poi Humbug, terza opera più classicamente rock,ruvida, meno adolescenziale e più matura quanto meno immediata.
Ora arriva Suck It And See e diciamo che suona come l'età adulta.
Per definizione infatti la differenza tra età adulta e adolescenza sta tutta nel fatto che a 18anni sembra tutto incredibile, irripetibile, nuovo e non a caso si vivono esperienze immense e senza limiti.
Poi ci si conforma un pochino e si riprendono strane già tracciate, ognuno secondo le sue esigenze.
Questo quarto album è esattamente questo: sereno, rilassato, vicino ai suoi di Humbug, senza particolari vette (forse la sola She's Thurnderstorm capace effetti di spiccare sugli altri pezzi per scrittura), con una certa paletta di suoni piuttosto omogena.
Anche la batteria e la chitarra si fanno meno protagonisti e più accompagnatori.
Insomma, pare inevitabile dirlo: gli Arctic Monkeys sono ormai grande, hanno meno irruenza punk, suonano benissimo e la voce di Alex Turner è sempre ottima.
Eppure è tutto un pò più freddo, senz'anima e  forse studiato.
Quindi siamo sul sei, sei e mezzo e con una previsione un pubblico sempre maggiore, una qualità sempre alta, certe vette mai più toccate.
E un consiglio: Turner scriva un album di ballate, gli vengono benissimo (vedi Piledriver Waltz, già sentita in acustico nell'ep solista).
Don't Sit Down 'Cause I've Moved Your Chair by arcticmonkeys
Questo prodotto lo puoi comprare...

martedì 17 maggio 2011

Bon Iver, inizia il percorso.


Primo inedito, Calgary, uscito direttamente dalle mani di Bon Iver ieri.
Dopo quel piccolo fenomeno di culto chiamato For Emma, Forever Ago, storia di un anonimo musicista sconosciuto che si stacca dalla propria band e si rinchiude per settimane in una casetta immersa nella natura riflettendo su una relazione finita male e sulla propria vita.
Da quelle sessioni totalmente personali, con una chitarra, una batteria
scalcinata e tanto lavoro sulla voce, usciva uno dei migliori album del decennio scorso e Justin Vernon diventata un nome conosciutissimo.
Giustamente, perchè in un mondo normale, quel disco doveva vendere milioni di dischi.
Ad ogni modo il seguito porta in data 21 Giugno e la prima traccia estratta è qui sotto.
Che dire: lavoro sulla vice un pò diverso, produzione più importante, maggiori strumenti e uno splendido crescendo ci fanno pensare che Bon Iver possa essere riuscito nell'impresa di non replicare lo stesso disco ma anzi di alzare la posta approfittando di maggiori strumenti e della stessa grande capacità compositiva.
Un grande pezzo e un grande inizio.
Bon Iver - Calgary by stickytunes

lunedì 16 maggio 2011

Ascolti: The Kills - Blood Pressures


I The Kills sono una cosa particolare.
Nel senso che non sai dove metterli: un bellissimo primo album in un momento perfetto, quello dove tutti ballavano Franz Ferdinand e Strokes e sembrava che si potesse riempire una discoteca con nuovi inni generazioli rock di gruppi appena usciti e ci si sentiva dentro tutto questo ed era bellissimo.
Poi la scena si è spenta (poi c'è stato l'elettronica, il dubstep, il folk...) e ognuno di questi gruppi ha proseguito il suo corso.
Alcuni si sono o si stanno spegnendo (Bloc Party, Editors probabilmente) altri sono diventati grandi (Kasabian, Artic Monkeys) e altri o meglio alcuni hanno iniziato un loro percorso senza vette nè discese.
Questo è esattamente il mondo dei Kills, aiutati da torbidi gossip (il lui dei Kills sposerà pare presto Kate Moss) e aiutati da una discografia che comunque rimane sempre interessante.
Perchè (e questo vale pure per Blood Pressure) se si è persa (è normale) l'immediatezza perfetta di alcuni momenti di alcuni singoli di inizio carriera, il loro blues/rock rimane sempre interessante, suona bene, Allison alla voce è sempre sensuale (e dal vivo non è da meno) e comunque suonano, nel loro, bene.
Certo, sono i The Kills, senti un loro album e la ricetta, con qualche variazione è sempre quella, ma finchè ci regalano un album ogni due anni, fanno buoni ed energici live e non chiedono molto altro, perchè non ascoltarli senza stare lì a farci troppi pensieri?
Un gruppo da sei e mezzo costante e in fondo, va poi benissimo così.
The Kills - Satellite by DominoRecordCo

sabato 14 maggio 2011

Damien Rice: un inedito.

Damien Rice non è esattamente un uomo di quantità.
Due album in una decina di anni.
Però: che album!
Pochi strumenti, voce e tanta penna d'autore.
Non si sa bene se stia per tornare o chissà cosa,fatto sta che ha suonato un inedito qualche giorno fa, dal nome "Wild And Free" e si può dire senza grossi pensieri che è un pezzo strepitoso all'altezza della sua discografia.
Dunque, molto semplicemente, eccolo live:

Il vero futuro è il vinile


Pur se di poco, ho potuto vivere le fasi fondamentali dei supporti musicali.
I miei genitori, infatti, avevano un impianto stereo con un giradischi, usato raramente e già allora debole ricordo di un meraviglioso passato.
Eravamo a fine anni ottanta, le cassette imperversavano e costavano 20-25 mila lire, con tutto quel sottofenomeno che ti portava ad avere nei negozi di dischi anche le cassette copiate a circa metà del prezzo.
Ce n'erano, di negozi di dischi, un'enormità.
Ma si affacciavano già i cd: 35-40mila lire, tantissimo, ma un oggetto esteticamente più bello, senza l'orrendo difetto di rovinarsi dopo tot ascolti, la possibilità di ascoltare nell'ordine preferito.
Erano belli i cd. Ma hanno ucciso la continuità, snaturato l'ordine con cui l'artista impostava il disco.
Poi, il mondo dell'mp3, lo sappiamo tutti. Napster, Winmx, Kazaa, Emule, Torrent, Itunes e il digitale legale.
Ora, il disco sta morendo: chi vendeva 100mila ora con 10mila è contento.
I vari dischi di platino o oro erano roba da mezzo milione o milione di copie, ora è da 50mila o poco più.
Non parliamo del singolo: quello, quel cd da 5 o 6 mila lire con il pezzo e una bside o remix è scomparso proprio.
E quindi?
Quindi siamo tornati all'inizio.
Si perchè i vinili sono stati conservati in vita dai dj e ora riappaiono nelle case, persino nei negozi.
Anche al Mediaworld per dire e basta andare su Amazon.it per trovare tantissimi vinili anche dal mondo indipendente, anzi soprattutto forse.
Perchè è bello il vinile.
Ha quel fascino imponente dell'oggetto grande e delicato, un suono caldo, ti costringe ad ascoltare per intero tutto il lato e a fare silenzio intorno a te.
Lo rispetti un vinile, non lo appoggi come un cd ovunque, che tanto poi lo copi in tre secondi, no, lo tieni ben curato e gli dai un bel posto in casa, perchè si noti.
E allora, download gratis per tutt, vinile per gli appassionati, modello impostato sui concerti e produzione di vinili/cd/altro direttamente dall'artista all'ascoltatore.
Si può andare avanti solo così e sarà un bell'andare avanti in fondo.

giovedì 12 maggio 2011

Riascolti: Sophia - There Are No goodbye


Un annetto fa di questi tempi, per un cambio di turno non voluto, mi trovavo a perdere una serata (erano i My Awesome Mixtape qui da Zuni, Ferrara) e ad avere una uscita (non ben chiara nel motivo) con una ragazza.
Sprezzante del pericolo, scelsi nel programma della serata quello del Covo, che proponeva tale Sophia, in tour acustico chitarra e voce.
Raro caso in cui mi presentai senza esperienza ad un concerto.
Ma andò bene: due ora quasi di live emozionante, non noioso e molto intimo nella piccola saletta del club bolognese.
Ora approfittando di un ordine da finire su Amazon e del prezzo stracciato (12 euro) mi ritrovo ad ascoltare l'ultimo album di Sophia, che è poi una band e di cui ho poi scoperto essere un progetto di Robin Propper Sheppard, già attivo da ormai un ventennio sulla scena musicale, prima ancora con questi God Machine di cui tanto bene leggo ma che sembrano essere un piccolo culto degli anni novanta da riscoprire, perchè non se ne parla molto in giro.
Ad ogni modo, il disco è splendido: vicino alle atmosfere folk rock dei dischi di ISobel Campbell e Mark Lanegan, nel caldo suono del vinile esprime il meglio di un album sofferto, nato sul concept degli addii, protagonista alla voce il nostro Sheppard e tutto attorno chitarre, basso e batteria a avvolgere e mai sovrastare le parole.
Disco intimo e intimista, una piacevolissima e casuale scoperta.
Se interessa, quella ragazza diventerà probabilmente mia moglia tra non molto tempo e dunque, davvero, pare essere stata una serata fortunata, quella.
Clicco qui e mi scarico un live acustico domestico proveniente da queste sessioni di cui parlavamo

martedì 10 maggio 2011

I Cani

Si parla da più parti di questo esordio, in arrivo.
Una strategia più inglese che italiana, singoli che escono nei mesi, una specie di hype, raramente avevo notato tanta attenzione per un esordio per noi che siamo quelli che al terzo album sei ancora giovane.
Il progetto è strano: una specie di indie-rock basato su metriche generazionali vicine a certi baustelle ma meno aulici.
Piace questo
Velleità
I nati nell'89 hanno reflex digitali mettono su Flickr belle foto in bianco e nero.
I nati nel '69 fanno i camerieri al centro e scrivono racconti, ne hanno pubblicati due.

Le velleità ti aiutano a dormire
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

I nati nel '79 suonano in almeno 2-3 gruppi e fanno musica datata.
I nati nel '59 tengon corsi di teatro, quando va bene rimorchiano le allieve.

Le velleità ti aiutano a scopare
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

I critici musicali ora hanno il blog,
Gli artisti in circolo al circolo degli artisti,
falsi nerd con gli occhiali da nerd,
radical chic senza radical,
nichilisti col cocktail in mano che sognano di essere famosi come Vasco...
Brondi che appoggiato sul muro parla, con la ragazza di qualcuno,
anoressiche alla moda anoressiche fuori moda, bulimiche che si occupano di moda,
mentre aspiranti dj aspirano coca, aspiranti attrici sospirano languide,
con gli autori tv, i stagisti alla Fox, i registi di clip,
i falliti, i delusi, i depressi, i frustrati, gli emo-riciclati,
i gruppi hipster-indie-hardcore-punk-electro-pop, I Cani.
I gruppi hipster-indie-hardcore-punk-electro-pop, I Cani.
I gruppi hipster-indie-hardcore-punk-electro-pop, I Cani.

Le velleità ti aiutano a scopare
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

Le velleità ti aiutano a campare
quando mancano sei giorni all'analista
ed è tutto così facile o così difficile
nell'altro divanetto che non paghi per intero.

Beh, sentiremo a giugno il loro esordio "Il Sorprendente Album D'esordio dei Cani"

lunedì 9 maggio 2011

In arrivo: Death Cab For Cutie

Ognuno di noi ha uno o più artisti che fanno parte del proprio "mondo musicale", ovvero si ritrovano tra gli affini dei propri preferiti o sulle abituali riviste o consigliati dagli amici e che pure ignora.
Per qualche motivo, infatti, c'è sempre quel nome che non ti ispira, come un libro di cui la copertina non ti fa impazzire, come quel film che a pelle non ti fa venire voglia di andare al cinema pur riconoscendone l'interesse generale.
Per quanto mi riguarda, per molto tempo, uno dei miei nomi "ignorati" era proprio quello dei Death Cab For Cutie.
Fosse stato un sapore, ne avevo immaginato i suoni come qualcosa di pastoso, complesso, strumentale e avevo finito per non ascoltare mai niente o quasi.
Poi però mi sono deciso e ho scaricato acquistato Transatlaticism, universalmente considerato il loro album migliore.
E come mi sono pentito del tempo perso: gemme di pop/rock con quel mood tra il solare e il malinconico, colonna sonora ideale di un telefilm sui sentimenti (non a caso vari pezzi sono stati utilizzati poi in televisione) e almeno un paio di pezzi indimenticabili, la traccia che dà il titolo all'album con il suo maestoso crescendo e "A Lack of Color" che ve lò dirò solo io, ma è una chicca perchè sembra raccontare l'alba di un bellissimo giorno con la sua leggerezza.
Insomma, dopo averli rivalutati si è reso necessario puntare l'attenzione sulle future uscite ed eccoci qui a presentare il primo estratto da "Codes And Keys, nei negozi a fine mese.
Il pezzo è You Are A Turist e non pare per nulla male, pur senza regalare vette dell'album di cui avevamo parlato.
Ma ne discuteremo in futuro, per ora godiamoci l'ascolto
DEATH CAB for CUTIE - You Are A Tourist [Album Version] by ATL REC

sabato 7 maggio 2011

Ascolti da brezza estiva: Alessi'Ark - Time Travel


Giovanissima cantautrice, primo album alle stampe a diciassette anni sotto una etichetta grossa e la conseguente scelta, vista l'insoddisfazione, di tornare ad un mondo più indipendente.
Cantante, suona la chitarra e la batteria e per il resto viene aiutata da un quasi secondo membro effettivo Marcus Hamblett per tutto il resto.
Questo in poche parole il mondo di Aless Laurent-Marke, cresciuta nella Londra tanto amata qui e che sembra ripercorrere certe tappe di Bright Eyes, per età anagrafica e profilicità (due album e svariati ep a 20 anni non sono una cosa da tutti).
Solo vicini, invece per genere: siamo un folk pop gradevole e piacevole, con una voce soffusa (che ricorda un pò, per chi la conosce, la splendida voce della cantante dei Comaneci).
Time Travel è un bell'album, mancante forse solo di un pezzo sopra le righe ma variegato per strumenti e idee, veloce nei suoi dodici pezzi in mezzora e quindi soddisfacente perchè non vi sono nemmeno brani sottotono.
Consigliato, sempre nel genere brezza estiva e viaggio in macchina verso il mare.
Alessi's Ark - "Maybe I Know" by Yep Roc Music Group

giovedì 5 maggio 2011

Luci a intermittenza

Ogni tanto bisogna fare un riassunto delle novità, tanto per dirsi che escono ovunque e io le racchiudo qui, che non tutti hanno tempo-voglia-interesse di girovagare per la rete.

Mondo Live:
Dopo il primo post ecco una seconda selezione delle cose più interessanti di questa italica estate.
Come sempre, nessun grande festival ma piccole buone luci isolate.

Miami  Sito Ufficiale
Il bel festival milanese organizzato da Rockit prevede

  • VENERDI 10 GIUGNO Massimo Volume, Le luci della centrale elettrica, Fine before you came,The Hacienda,Deluded by lesbians,Mariposa,Egokid,Colapesce,Iosonouncane,Denise,Casa del Mirto
  • SABATO 11 GIUGNO Casino Royale,LnRipley,Ghemon + Al Castellana,Forty Winks,Ettore Giuradei,Smart Cops,Zabrisky,The Charlestones,Marco Parente,Banjo Or Freakout,Iori's Eyes,Babalot,Death in Plains,Radio Days,Be Forest,Il Cielo di Bagdad,Welcome Back Sailors,Majakovich
  •  DOMENICA 12 GIUGNO Verdena,Il buio,Cesare Basile,The Records,Young Wrists,The Jacqueries,Plastic Made Sofa,Manzoni,Non voglio che Clara,Port Royal,I cani,Bartok,Green Like July,Bob Corn,New Candys,Di Martino,Sakee Sed,Videodreams,Marie Antoinette

Neapolis Festival Sito Ufficiale
9 Luglio: Skunk Anansie, Marlene Kuntz, Architecture in Helsinki 
10 Luglio: Underworld, Hercules And Love Affair, Crocodiles, Battles

Sesto Unplugged 
Piccola ma grande rassegna a Sesto al Reghena, direzione Udine, dove in questa splendida piazzetta medioevale fanno suonare in acustico alcuni artisti ogni anno.
Sedie di plastica stile festa dell'unità e una grande torre illuminata sullo sfondo: ci vidi Patrick Wolf e fu una grande cosa.
Quest'anno:
  • 20 Luglio ANNA CALVI
  • 24 Luglio Tim Burgess & Mark Collins from  THE CHARLATANSacoustic set & quartet string NOUVELLE VAGUE special acoustic show
  • 31 Luglio GET WELL SOON & THE DIVINE COMEDY (an evening with Neil Hannon)
  • 01 Agosto SCOTT MATTHEW & AGNES OBEL
  • 06 Agosto THE IRREPRESSIBLES The Human Music Box 
YpsiGrock Sito Ufficiale
Un ottimo festival indie nella calda Sicilia: chi c'è stato nella parla bene e le line-up, anno dopo anno, sono piuttosto interessanti.
Dal 4 al 7 Agosto, per ora confermati  
Spiritualized, Yuck, Esben & The Witch, Mount Kimbie, Twin Shadow, Mogwai, Josh T. Pearson, Junior Boys

martedì 3 maggio 2011

I Joy Division oggi: no cover inside.

No,no, nessun post su emuli e quant'altro.
Diciamo che Peter Hook, bassista dello storico gruppo e che ha proseguito la sua carriera su binari alterni, ripeschi un inedito, lo rimetta a lucido e lo pubblichi in un ep che include i primi lavori del suo nuovo gruppo, The Light (un nome coraggioso, è giusto dirlo).
Beh, ho aperto lo streaming con sana diffidenza e mi permetto invece di dire: diavolo, che pezzo.
Sembra di sentire i Joy Division e infatti era un loro pezzo, anche la grinta vocale è la stessa, gli strumenti girano che è un piacere e allora è amore, è bellezza ed è emozionante come fosse davvero oggi il giorno che esce il nuovo singolo di questa band morta troppo in fretta o forse no, perchè così ha costituito la sua leggenda.
Dunque, audio a palla, bentornati a fine anni settanta, quando Curtis viveva ancora.
Joy Division - Pictures In My Mind by ListenBeforeYouBuy

lunedì 2 maggio 2011

Ascolti futuribili: The Vaccines


E' un ciclo che sembra non esaurirsi mai, quello inglese.
Mese dopo mese, anno dopo anno, viene fuori qualche nome buono, che piazza uno o due singoli e subito calamita l'attenzione delle riviste (vedi NME, ma non solo) poi a distanza di qualche mese un album, il primo, con tanti live.
E poi, dopo poco o tanto il secondo album spesso vissuto distrattamente, perchè si guarda sempre al nuovo, tranne in quei casi in cui la band ha davvero valore (o un motivo x per parlarne, anche, si, a livello di gossip).
Non che ci dispiaccia: tra le tante meteore (spesso autori di perlomeno godibili dischi al netto dell'hype inverso, quel fenomeno che spinge molti intellettuali a ignorare ciò di cui si parla parla) ci sono sempre belle cose.
Ad esempio, in questo fulmineo esordio dei Vaccines (primo demo pubblicato nell'estate 2010, album uscito da poche settimane, notare la cronologia) c'è quella freschezza brit-pop che sembra uscire direttamente dalle terre inglesi per natura, quasi fosse nei cromosomi dei giovani ragazzi che vi crescono.
Solo, si sente tutta l'ingenuità di chi si è trovato troppo se non tutto addosso: piccole gemme come Post Break Up Sex o Wreking Bar (Ra Ra Ra) sono solo a volte sorrette da brani interessanti (vedi l'apertura A Lack of Understunding) mentre in altri brani (If you Wanna) si sconta una certa ingenuità e si ha la sensazione che se avessero aspettato altri 6 o 12 mesi avrebbero tirato fuori un bell'album e non solo un album godibile.
Non è un Silent Alarm dei Block Party, insomma, che al di là del resto della carriera, rimane una gemma di questi anni, perfetto in quasi ogni singola nota.
Però è bello, è fresco e ci piace la filosofia inglese di non crogiolarsi in ciò che è stato ma al guardare sempre avanti, per cui diciamo: piacevole.
Carichiamolo in macchina, andiamo con amici al mare e può essere una delle colonne sonore più allegre e divertenti della nostra estate.
Mica poco, per dei novellini.
Post Break-Up Sex by The Vaccines

Propaganda - Stagione 2, Episodio 3

La puntata numero tre di questa stagione è stata densa di musica. Musica e novità e qualche parola nel mezzo, per presentarla e raccontarla...