venerdì 15 aprile 2011

Riflessioni

Riflettiamoci, davvero.
Pare assurdo tutto questo clima di reunion.
Alcune cose belle, per carità, mi vedrei volentieri i Primal Scream che rifanno Screamedelica tutto.
Però c’è questo strano fenomeno di hype e hype di ritorno.
Mi spiego: c’eravamo tutti a vedere Anna Calvi al Lokomotiv (sold out) così come c’eravamo tutti a vedere gli XX al Covo l’anno scorso (soul out più duecento persone fuori).
E ci sono tutti (un altro mondo) a vedere gli Skunk Anansie oggi, ci sono tutti a vedere gli Strokes ora, headliner come l’anno scorso fu per la reunion per una sera dei Libertines o l’anno prima di quella dei Blur.
Che certe cose vanno pure bene, per carità, ma pare che in queste cose, a volte, ci sia più la ricerca dell’evento che l’evento stesso.
Io non mi spiego perché band che facevano duecento persone, si sciolgono e dopo dieci anni ne fanno mille, non sta nulla giusta cronologia delle cose.
O fa come se facendo fatica ad avere oggi “cose importanti” da vivere, ci creassimo hype di ritorno per cose che “non ci siamo resi conto che erano importanti”.
Un po’ come i Massimo Volume, che pare raccolgano ora il successo di pubblico facendo (bene) le stesse cose che facevano (benissimo) a fine anni novanta.
C’è poco di generazionale, oggi.
Di questi ultimi anni, forse gli Arcade Fire.
Per tutto il resto c’è la piccola grande nicchia, quel piccolo nugulo di persone che non riempono uno stadio ma fanno strabordare un piccolo club, ci sono sempre più concerti (perché i dischi non si vendono) e gente che paga per andarci.
E poi ci sono i forum, le persone che scrivono per criticare e sminuire i gruppi che non amano o per sdoganare personaggi al limite dell’imbarazzante, circoli viziosi di opinioni svolazzanti con l’intento premeditato di far parlare, con il gioco, favorito dalla socialità della rete, di sentirsi tutti come i redattori di Rolling Stone di Almost Famous, di essere rock’n’roll quando si è solo ragazzi smarriti sul treno di una passione chiamata musica.
E quindi ci siamo dentro, pure qui chi scrive, dal bancone immaginario di un negozio desolato, dove suona a ripetizione un disco amato mese dopo mese, quell’esordio di Bon Iver che attende trepidante un seguito, anticipato oggi da cinquantuno-misteriosi-secondi che potrebbero essere niente come (si dice) l’inizio del disco.
E in fondo, semplicemente, ci piace tutto questo.
Bon Iver Site
"Skinny Love" Live - Bon Iver

3 commenti:

  1. Fai conto che sono undici anni che attendo il seguito del disco d'esordio degli Avalanches. ;)

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  2. Scherzi a parte, ottimo spunto di riflessione questo.
    Oggi musicalmente parlando non si inventa più nulla e tutto è già stato fatto. E' diventato troppo facile procurarsi un disco e si tende ad ascoltare distrattamente data la mole di roba che si accumula, ed allora gira e rigira di tende ad affidarsi a siti musicali, forum popolati oppure ci si rifugia nelle reunion di cose che (vuoi per motivi anagrafici, vuoi per altri motivi) ai tempi delle reunion sono state trascurate.
    La questione dei forum popolati da gente che scrive cose imbarazzanti esiste ed è figlia della troppa musica a disposizione, che abitua ogni ascoltatore all'idea di essere un esperto perché "ascolta" tante cose diverse tra loro.
    Oramai si è arrivati a stroncare a prescindere dischi che escono tra due mesi: su un forum ho letto di gente che stroncava già il nuovo Battles che esce a giugno senza manco averlo ascoltato, addirittura millantando una copia watermarked e pregustando le 2000 battute al vetriolo che scriverà su a giugno su un sito di cui non faccio il nome (Ondarock). Succede poi che inizia a girare il leak del disco e questa gente smette improvvisamente di scrivere. Siamo arrivati a questo.

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  3. Siamo arrivati pure a di più, se proprio vuoi, a persone che vengono pagate/commissionate per scrivere male di un artista/concerto di altre agenzie.
    Fonti certe, non ho voluto sapere oltre.
    Interessante come l'era del social abbia portato alla luce, anche virtuale, il male che alberga in tante persone.
    Anche il bene s'intende, ma forse c'è soprattutto questo desiderio enorme di protagonismo.
    Che va bene volendo: io scrivo su un blog perchè qualcuno legga ma è ben diverso da "io scrivo su un forum per fare polemica".
    E come dici giustamente, davvero, siamo arrivati a commenti come "non mi era piaciuto il primo album, certo non ascolto il sesto, si vede dalla copertina che è merda".
    Il tutto per una specie di check del proprio sul poter sputare contro qualcosa.
    Immagino sia qualcosa di interessante a livello di psicoanalisi perchè mi sfugge l'utilità di fare ciò.
    Anyway, rimane che la musica regala ancora qualcosa nella sua essenza più pura, sia un brano o un concerto.

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