mercoledì 27 aprile 2011

Dovessi,oggi.

Dovessi oggi, vender dischi in Italia, cambierei mestiere.
Probabilmente, nemmeno aprirei e se l'avessi fatto, mi chiederei il perchè di tale scelta.
Perchè io, che pure faccio l'infermiere e di missioni me ne intendo (e che pure di professione e non di missione voglio sentire parlare) mi rendo conto che sarebbe un'impresa, un folle tentativo di fare sopravvivere qualcosa che sta sfuggendo da questa epoca.
Siamo inondati come mai di musica, eppure non la possediamo.
Un concetto unico nel mondo dei media e delle arti: il film lo si vede, lo si possiede (in dvd, blu-ray, divx, si pure così) un libro ancora si compra, si sfoglia e se anche è inchiostro virtuale (alla fine ci stiamo arrivando) rimane sempre un libro, lo leggi, attento alle parole.
Il quadro lo vai a vedere, una foto la fai, la osservi, ne studi le angolazioni e l'arte che viene dietro.
La musica invece si permette di stare in sottofondo: in automobile, mentre corri, mentre dai l'aspirapolvere, durante il servizio di un telegiornale, nella scena toccante del film, nella radio al lavoro o nel locale dove entri.
Pure dove sarebbe importante, come in discoteca raramente è la prima attrice: fa da contorno ai riti sociali che vi ruotano vicino.
Rimane forse il concerto ma anche quello è un indissolubile mix di compagnia, coinvolgimento, aspetto visivo, il toccare nel salto o nel gesto o nell'urlo o nella lacrima o nella dedica, tutti istanti che compongono l'esperienza concerto che solo a volte è solo o quasi musica.
Eppure piace a tutti: piace a chi conosce tre cantanti in croce e sono Vasco, Ligabue e i Modà (attuali sostituti dei Negramaro). Piace a chi guarda la televisione e ascolta i talent. Piace all'anziano che conosce solo Sanremo e poco più. Piace al giovane rapper, piace all'indie-snob, a quello che-la-musica-è-finita-nel (aggiungere data a caso).

E questo forse è il suo più grande successo: essere diventata da media tradizione da fruire (vado a vedere il film, leggo il libro ecc) a presenza costante di ogni cosa, tanto da avere dato un nome alla sua assenza, e cioè silenzio. Non esiste un nome per un assenza degli altri media.

Ecco perchè poi nasce questo blog, così come ne sono nati mille altri.
E muoiono i negozi di dischi, perchè nessuno li compra più, ma in fondo li possiede tutti perchè ci siamo evoluti affinchè fosse possibile questo.
P.s. sotto in streaming un gruppo così figo che non li conosce nessuno, nè per il primo incantevole album, nè per questo secondo che parte lento ma alla fine è per almeno metà splendido.
Stateless - 'Ariel' (Album Version) by Ninja Tune

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