martedì 31 luglio 2018

Home Festival: una guida all'edizione 2018



Si dice da anni che in Italia non abbiamo la possibilità di avere un festival musicale.
Quando si dice questa frase si intende che non esiste la possibilità di vivere una esperienza di due, tre, quattro giorni, con una grande arena, diversi palchi, una programmazione di qualità eterogenea che porti a vivere l'esperienza della piccola città della musica.
Non abbiamo un Primavera Sound, ma non abbiamo nemmeno un Pukkelpop, uno Sziget o altre mille realtà di dimensione medio-grande che permeano gran parte dell'europa, anche in paesi apparentemente piccoli come Croazia Danimarca o Polonia.
Questo per diverse ragioni:
- manca un coordinamento centrale ed esistono quindi infinite piccole versioni di Festival (Siren, Ypsirock)
- si preferiscono le rassegne spalmate su settimane o mesi, chiamate festival ma in realtà semplici elenchi di concerti
- vi è un intriso nazionalismo che porta l'Italia ad essere uno dei paesi a più alto tasso di ascolto "autoctono" , secondo gli ultimi dati FIMI siamo addirittura ad una percentuale di streaming con il 55% di artisti italiani contro il 45% di quelli stranieri.

Insomma, siamo nazional-popolari e se vi si aggiunge la poca voglia di nuovo (vanno magari sempre fortissimo le band icona del passato) e i problemi di burocrazia ed investimento, realmente, il "megafestival" non esiste.
Però, con piena onestà, su queste stesse pagine ho raccontato in due occasioni la possibile nascita di questo evento.
Report anno 2015   Report anno 2017   Video anno 2017
Ovvero, Home Festival, a Treviso.
Che è passato gradatamente da evento gratuito ad evento a pagamento, che espande di anno in anno l'ambizione del progetto musicale, che ha un sito capace di gestire più palchi in contemporanea (e lo fa realmente) e che tenta comunque di essere anche un'esperienza, grazie al campeggio, alla parte di mercatini o di cibo, alle partnership importanti.
Insomma, con i dovuti timori, sembra che la strada sia lanciata.
Ovvio che Home Festival, per sopravvivere è al momento un festival che mette assieme anime rock, pop, elettroniche, italiane e straniere, fatica ad essere percepito ad esempio come festival contemporaneo (Primavera Sound) o di genere (Sonar); il pubblico stesso ancora arriva per il proprio artista preferito e cambia dunque di serata in serata.
Ma anche quest'anno c'è la possibilità di costruirsi una più che dignitosa scaletta.
Ad averne la possibilità di esserci per tutta la durata ecco un piano.
Giovedi
> E', come spesso negli ultimi anni, il giorno "europeo", di maggiore qualità, almeno a parere di chi scrive. Imperdibili gli Alt-J, in caduta su disco quanto interessanti dal vivo, imperdibili i sottovalutatissimi Django Django, autori di un ottimo disco quest'anno, interessanti gli alfieri indie rock The Wombats e White Lies. Aggiungiamo la carica elettronica di Floating Points e le piccole scoperte italiane di cui abbiamo parlato anche in radio   come Coma Cose, Her Skin e Han e abbiamo una giornata veramente imperdibile.
Venerdì
> Una giornata fieramente di suoni duri, viene da pensare la più ostica a livello di pubblico. Se pure ci sono i Prodigy, che sono sempre i Prodigy, tralascerei gli Incubus, magari più curioso l'esperimento reunion speciale Prozac +. Da non mancare poi per il live dei Ministri, sicuramente incendiario e di una band che ha appena dato alle stampe un ottimo disco. Possibili scoperte? Belize e Makai, da approfondire.
Sabato
>Sabato è sempre stato il giorno in cui Home Festival si apre a ciò che va di tendenza, il giorno della festa. Sicuramente il live del giorno è quello di Cosmo, alla sua estate di gloria, per il resto c'è tanta trap, ci sono i Santii che pure avevamo conosciuto come M+A proprio qui a Home Festival ma ci hanno dato da poco dei dispiaceri (vedi live a Cremona) e poco altro. E' il giorno in cui magari non ci sentiamo a casa, ma la festa è di tutti.
Domenica
>La giornata della festa e delle famiglie. Caparezza vale per tutti, Lo Stato Sociale sarà il must, pur che non ci andiamo matti, il talento di Motta ci lascerà qualcosa nel cuore, consigliati come scoperte i divertenti Eugenio in Via di Gioia e Joan Thiele,, senza dimenticare Generic Animal, di cui si parla bene.

Il prezzo di Home Festival è ancora popolarissimo: 30 euro ogni giornata, 90 l'intero festival valgono bene una prova, per vedere crescere ogni anno questo piccolo ormai grande Festival.
Forse ci saremo, in caso, non mancherà un report esteso.

lunedì 9 luglio 2018

[Live Report] Tanta Robba Festival, Giorno Uno, Cremona


A volte i festival, i concerti, le serate che dedichiamo alla musica sono attesi per mesi, date iconiche segnate in rosso in un calendario già ben nutrito di eventi.
A volte, invece, la situazione si ribalta: hai una sera libera, magari solo quella ed hai voglia di musica.
Sei affamato, la brami, la cerchi e questo ti porta a trovare una piccola data, di una piccola città di un piccolo festival.
Che poi "Tanta Robba Festival" così piccolo non è, soprattutto si configura con chiarezza come l'idea di un piccolo festival (dura tre giorni) ad entrata gratuita (e il pubblico è quello delle ferie di paese) con la piacevole varianza tra due palchi che funzionano più o meno a scalette scaglionate con qualche sovrapposizione, orientate in senso opposto in modo da non contrastarsi.
Infine, la sensazione è di una programmazione artistica che si avvicina al nazional/popolare/giovanile ma che nasconde il desiderio di una certa "indiependenza".
E questo infatti è il motivo che ci porta qui: il posto non è lontano, si presta ad una gita, non c'è costo e ci sono due artisti e mezzo che ci interessano.

Così, in un bel parco naturale ai confini della città, tra bancarelle del cibo ben più buone di ritrovi molto più blasonati in questa estate musicale, il primo live che ci interessava era quello dei Santii. (5).

I Santii sono la seconda vita artistica dei M+A, progetto di respiro più che internazionale che qualche anno fa, incrociato in un Home Festival, sotto ad un caldo tendone ci aveva regalato una bellissima impressione di musica da ballare, costruita in maniera intelligente e di un live set in grado di regalare sorrisi e soddisfazioni.
Ricordi passati: la nuova vita del progetto al momento, al netto della bella postazione con quattro lati di led ad avvolgere i suoni, è fatta di brani esili, di pop di stampo europeo, soprattutto di stampino, tra il pop danzato ed il rap. Dal vivo, quasi tutto campionato tranne le voci, una presenza scenica impalpabile e un entusiasmo adatto ad un pubblico under 16. Che pure questa sera c'è, per un trapper che apparirà nelle ore successive, ma non si scalda, a ragione, per qualcosa di così esile come questo live, che delude non poco.
Dal party dance di stampo europeo ai cd da autogrill di qualche anno fa il passo non è lungo, ma pare ben riuscito: risposta di pubblico e critica vedremo, ma per il momento il pollice è basso.

Per fortuna poi appaiono i Coma_Cose (7,5): il duo di Milano sta facendo parlare di sè da mesi, con una specie di rap pieno di influenze, militante milanese e del mondo di oggi e capace di sfornare almeno alcuni brani (il disco deve ancora uscire) che in un mondo ideale sarebbero la colonna sonora di questa estate .

Loro si, una vera band, batteria dal vivo, intesa sul palco, brani capaci di piazzarsi in mente e un pubblico sempre più coinvolto, con una Post Concerto già cantata a memoria da parecchi.
Certo, hanno 7-8 brani in canna e una cover (Sangue Misto), per cui appare disorientante che nel loro picco, ripartano poi rifacendo un paio di brani già sentiti all'inizio.
Ma sono una band in qualche modo già più grande della loro discografia e ci sta: ma ci sono piaciuti non poco.

Si era detto due artisti e mezzo perchè nel "preparare" la serata avevamo trovato, in opposizione a quel trapper da under 16, sull'altro palco, programmata Joan Thiele (6 e 1/2) graziosa ragazza che secondo le biografia pare essere partita da Youtube, passata per un successo da radio / televisione e poi, all'improvviso (qui entriamo nella storia) essere ripassata per sue origini (la Colombia del padre) e presentarsi ora, davanti ad un piccolo pubblico, sola sul palco a presentare il proprio disco "Tango".
E' un pop (fin troppo) accessibile ma di qualità: l'idea è che sotto una sensibilità personale e artistica non indifferente ci sia una certa urgenza di rimanere accessibile, quando pure ci sarebbe di più.
Ad esempio, una bella "Underwater" di voce e tastiera, su disco è molto più radio friendly, eppure il senso melodico e una musicalità di qualità sotto ci sono.

L'augurio è che in futuro possa spogliarsi di tutto: un disco voce, chitarra, piano e sussulti sonori latini potrebbe davvero essere piacevole.

In conclusione, in una Italia un pò alla deriva musicale, divisa tra mille artisti a fare la stessa cosa e il mondo rap/trap a trainare le vendite, è stato interessante vedere e sentire altri suoni, altre proposte.
La sensazione è i futuri big dentro ci siano (Coma_Cose) e soprattutto complimenti a chi ha saputo creare un piccolo festival con un'anima ben più grande della piccola festa di paese.
Chissà se il cartellone dei prossimi anni riuscirà a convincerci a tornare...

Propaganda - Stagione 2, Episodio 3

La puntata numero tre di questa stagione è stata densa di musica. Musica e novità e qualche parola nel mezzo, per presentarla e raccontarla...