IL NEGOZIANTE - Consigli non richiesti su tutto che si possa definire interessante in questo mondo
lunedì 22 aprile 2013
[Visioni] The Session
The Session è un film più coraggioso di quello che sembra.
Uscito con il consueto ritardo italiano (in autunno negli Stati Uniti, in tempo per far cadere candidature a Oscar e Golden Globe per i protagonisti) tratta della storia (vera) di Mark O'Brien, costretto sin da bambino a vivere in un polmone d'acciaio per gran parte delle ore della sua giornata, potendo uscire solo 3/4 ore al giorno e con la necessità di assistenza totale, in ogni attività, muovendo solo la testa.
Lo incontriamo adulto, Mark, ben interpretato da John Awkes, alle prese con il desiderio che muoverà la vicenda: la sessualità.
E quindi si, si parla di sessualità di un corpo che non può muoversi (ma ha sensibilità) e lo si fa esplicitamente, ma senza deviare nei facili errori a cui la storia poteva portare: niente di grottesco, niente di comico, nulla di scabroso.
Più scientifico, in tutto il percorso che porta Brian a conoscere Cheryl, terapista sessuale (Helen Hunt) con cui affronta un percorso che non manca di scuotere, a livello emozionale, entrambi i protagonisti.
E il coraggio di cui si parlava non è in alcuni nudi, nei termini, nella sfacciataggine di Mark ma è nel suo riuscire a rendere realistica la malattia, la condizione del protagonista, giocando tra l'esplicito e l'implicito ma sempre senza farne una macchietta, uno scherzo.
Mark ha dignità, piena e totale e desideri propri di adolescenza e età adulta (sesso e amore, che si incrociano pur partendo ben divisi).
E compie un viaggio, accompagnato da un credibile (almeno dopo averne dimenticato la parte in Shameless) William Macy, prete e poi amico (o forse più amico che prete) che accompagna il viaggio anche a livello spirituale.
Tratto da una vera autobiografia e dagli incontri con la vera terapista dell'epoca, il film scivola leggero, non cade in retorica, melodramma, condensa le vicende (anzi, finisce in maniera veloce, quasi troppo) e riesce sicuramente a colpire.
Viene da dire "forse mancava qualcosa" ma sarebbe un'inutile critica: mancava molto, alla vera persona della storia, quasi tutto, ma a vedere la trama, sicuramente non la voglia di vivere.
E se una storia riesce a raccontarcela, non è cosa da poco.
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