domenica 6 ottobre 2013

[Live Report] No Ceremony - Bastione Santa Croce, Padova


Chi scrive fa parte di chi ama, se possibile, inseguire le novità, cercare di cogliere i semi di un futuro grande artista (o gruppo).
Di quelle sere in cui, con poche decine di sconosciuti sotto il palco, vedi per la prima volta dal vivo una band che qualche anno dopo riempirà i palazzetti.
Futuro difficilmente auspicabile, intendiamoci, per i No Ceremony.

Che compiono un passo importante: dopo un percorso di singoli, apparizioni, esibizioni sotto una certa copertura, escono con il primo album e si presentano al pubblico.
Ne avevamo già parlato prima che tutto questo succedesse ed ecco il motivo per fare qualche chilometro, questa sera, fino ad arrivare alla curiosa location del Bastione Santa Croce di Padova, una specie di grotta, stretta e lunga, con un arco in alto e, ancora più curioso, un palco disposto leggermente in diagonale, tanto che, per una volta, essere sul lato destro o sinistro del palco rende ben diversa la visione.


Verso le 22, ad aprire ci sono i NYU, a quanto è dato capire, nuova formazione più o meno locale che si dedica ad un energico elettro pop. Pare il primo live della band sia datato fine luglio e quindi diamo una sentita promozione: l'attitudine c'è, manca un pò di varietà, ma fanno bene a crederci.

Un'oretta dopo, ecco sul palco i No Ceremony: svanisce in pochi istanti l'alone misterioso, rivelando un terzetto di età presumibile intorno ai 25 anni.
Il live: promosso con riserva.
La riserva sta in una scaletta da rivedere (il meglio è all'inizio) e in qualche suono (e voce) campionata di troppo.
La promozione sta in un live sentito, coraggioso nel non essere mera trasposizione di un album che pure è appena uscito, intenso nel essere molto più rumoroso di quanto ipotizzabile (qualche inquietante caduta di pietruzze davanti a noi dal fianco del bastione ne è testimone).
Si ballicchia e in qualche momento si giunge al fuoco dei No Ceremony, gruppo dalle grandi potenzialità quando indovina l'incrocio tra la digitalità dei suoni e l'animo del brano.
Si sta pensando a Heartbreaker, insuperato gioiellino firmato dal gruppo e presente nell'album.

Se la memoria non mi inganna, sono solo otto i brani suonati, per un live decisamente sotto all'ora, che pure non si fa dispiacere e non manca di farsi applaudire.
Ma è solo la prima pagina della carriera del gruppo e non vediamo l'ora di leggere il resto.


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