venerdì 30 agosto 2013

[Ascolti] Kveikur - Sigur Ròs


A posteriori, possiamo dirlo.
Valtari, per i Sigur Ròs è stata una prova.
Mai il gruppo islandese aveva fatto uscire due dischi in un anno.
E mai come prima di Valtari c'era stato il dubbio che per la band i giochi fossero ormai finiti.
Un ultimo album non indimenticabile datato 2008, gli esperimenti solisti di Jonsi,  una carriera ormai lunga e densa di (insospettabili) soddisfazioni.
A voler essere negativi, quel disco poteva essere un discreto insieme di b-sides, esperimenti, prove pubbliche di rimanere insieme e godere di un tour che era stato il più trionfale (numericamente) di sempre, con folle di pubblico vecchio e nuovo a riempire luoghi perfino troppo grandi per una band di piccolo culto fino a pochi anni prima.

E invece no.
Kveikur, che ci porta un assestamento nella formazione dopo l'addio, ad inizio 2013 di Kjartan Sveinsson, è il grande ritorno della band e probabilmente uno dei migliori dischi della stessa, solo di un soffio sotto ai due capolavori del gruppo, Agaetis Byrjun e ( ) .
Nonchè un disco coraggioso, come dimostra la monolitica apertura di Brennistein, pezzo intenso, con un muro di chitarra e batteria a inondare le orecchie dell'ascoltare come raramente Jonsi e compagni avevano osato fare.
Niente più campanelli e suoni colorati alla Takk, per questo inizio e per la successiva Hrafntinna, riportandoci nei territori post-rock delle origini.

La fine dei Sigur Ròs pop? (se questa definizione può avere un senso).
Si e no.
Perchè c'è anche spazio per luce e melodie memorabili come Isjaki, dove l'atmosfera torna sognante come un tempo e come in Stormur, questa si, canzone destinata a trovare spazio in colonne sonore e video musicali grazie ad un meraviglioso giro di piano (e ci riporta a tempi, vedi la traccia tre del disco senza titolo, dove bastava un giro di pianoforte a fare un brano indimenticabile).
Ci si muove su questi due territori (dolcezza e aggressività) fino in fondo, con uno spazio finora mai così grande riservato a Orri Dirason che sfoga tutta la creatività alla batteria (ottima Blapadur).

Kveikur è un disco energico, che spazza via l'idea di una band minimalista e ci consegna una band intensa, fieramente rock, vogliosa di stupire ed emozionare come un tempo.
E allora bentornati.

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