domenica 24 marzo 2013

[Teatro]: Il Don Giovanni - Di Filippo Timi (Teatro Franco Parenti, Milano)


Non essendo abituato a parlare (ne avendone una frequente frequentazione) parlo di questo Don Giovanni con il dovuto rispetto di chi tratta una materia meno sua di altre.
Nè pretese di critica, ma solo osservazioni, frutto di una gita a Milano nel (bel) teatro Franco Parenti di Milano, il tutto grazie ad una intervista alle Invasioni Barbariche del nostro protagonista, Filippo Timi, tra i più quotati attori del panorama italiano.
Conseguenza dell'intervista è l'acquisto del biglietto, e così si va con la propria donna (vogliamo chiamarla futura moglie?) prendendola in giro per le anticipazioni che parlano di un Timi messo a nudo, poco metaforicamente.
Battute a parte, è stato un (gran) bel spettacolo.
Tre ore di commedia brillante, eccessiva, irriverente.
La storia del Don Giovanni è nota, o almeno il suo personaggio: seduttore, peccatore, abilissimo oratore, egoista e sprezzante di regole e rapporti umani, per non parlare di una fede non solo assente ma spesso schernita.
Il Don Giovanni di Timi però è anche moderno: canta Celentano e i Queen, gioca caratterizzando l'improbabile donna Elvira, da lui sedotta e abbandonata, con una dialettica tra l'italiano e l'inglese, balla come nei più moderni party elettronici durante la festa da lui data.
Così, tra un omicidio, una seduzione abbandonata e una tentata, si muovono le vicende del Don Giovanni, a rapportarsi con tre (improbabili e spesso solo in un secondo momento) coppie, affiancato dal fido servitore, Leporello, in improbabili abiti.
La lettura è quella allegorica o per essere più moderni, da dramedy, unione tra drama e comedy, quella scrittura che fa sorridere (spessisimo) e a volte commuovere o almeno riflettere.

Ottimamente recitato, dal ritmo praticamente perfetto, seguiamo questo Don Giovanni nei suoi macchinosi piani per i propri scopi (seduttivi, quasi sempre) mentre il cerchio di vendetta, rabbia e incomprensione si stringe sempre più a lui in un finale che, unica pecca, sembra in qualche modo allungarsi di qualche minuto di troppo.

Soprattutto l'ottima performance di scrittura, regia e recitazione regala un grande intrattenimento che non manca di parlare di noi, dell'uomo e dei suoi difetti questi si, messi a nudo da un Timi che non si nasconde, nemmeno nel corpo, sia nell'eccesso che nell'assenza.
E quindi promosso, promosso con ottimo voto.


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