lunedì 17 febbraio 2014

[Ascolti] Beck - Morning Phase


Differentemente dalla politica, una parola come rottamazione, in musica, non ha senso.
Uno come Beck, infatti, che esordiva nel 1994 (si, lo so) gode ancora di alte aspettative, grazie ad una carriera tanto fuori dagli schemi quanto spesso a fuoco, interessante e piena di grandi intuizioni.
E esperimenti, viene da dire, visto che l'ultimo "album" del nostro, ovvero Song Reader (2012), fu un esperimento pubblicato su spartiti lasciati in concessione, affinchè ognuno potesse crearsi la propria versione suonata del disco.
Ma Morning Phase è un disco vero, se così vogliamo dire.
Un disco profondamente autoriale, intenso, lento. Sea Change parte due? Un pò.
Riuscito? Si e no.
Ma solo se vogliamo analizzarlo per vivacità.
Pochi sussulti, insomma, un ritmo rilassato di brani apparentemente senza tempo (Blackbird Chain è profondamente anni sessanta, però) molta acustica e tanta voce.
Così, si può decidere se innamorarsi di un disco così classico (Contry Down, Morning, Don't Let It Go) o attendere quei piccoli sussulti che fanno desiderare un album con uno spettro di sonorità più ampio (Blue Moon, Heart Is a Drum, ad esempio).
Non manca certo la qualità, forse il guizzo.
Ma se si ha voglia di un gran bel disco d'autore, un disco invernale, da neve che cade fuori, impossibile non consigliarlo.

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