giovedì 19 dicembre 2013

[Ascolti] King Krule - 6 Feet Beneath The Moon


Un diciannovenne inglese: negli ultimi anni non sono pochi i giovanissimi catapultati sulla scena internazionale con tanto interesse attorno nel momento del debutto.
Vedi anche James Blake e gli XX.
La fervida scena inglese ci presenta questa volta Archie Marshall, la cui voce (profonda, matura, intensa) stride quasi al cospetto delle fotografie che ritraggono un giovanissimo, pallido ragazzo dai capelli rossi.
E come suona 6 Feet Beneath the Moon? Un più che coeso album di 14 tracce (forse un pò troppe, ma non è la prima volta che si perdona l'esuberanza e l'eccesso al debutto di un giovanissimo) fatto di chitarra elettrica, occasionale batteria e tanta, tanta voce.
Perchè è un disco di cantautorato, quello di King Krule: solamente che sceglie la strada (non semplice in teoria) di essere un disco spoglio, riempito di parole e accordi di chitarra.
Una strada che è forza e debolezza: perchè se negli episodi migliori la formula funziona (Easy Easy) in alcuni casi è un pò priva di mordente.
La chiave passa dunque nelle mani di alcuni brani capaci di aggiungere un tocco di groove (non raramente vicino a ritmiche jazz) quali A Lizard State, Neptune Estate;  suona poi come un peccato la mancanza di Rock Bottom, perla di un precedente ep e che avrebbe meritato la presenza nel disco.
In definitiva non il grande disco dell'anno, ma un presupposto interessantissimo per il futuro, questo si.

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